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 2005  aprile 26 Martedì calendario

Ena Renato, di anni 40, origini sarde, divideva un appartamento a Roma con la compagna argentina Fontana Alicia, dieci anni più grande di lui

Ena Renato, di anni 40, origini sarde, divideva un appartamento a Roma con la compagna argentina Fontana Alicia, dieci anni più grande di lui. Per vivere facevano oggettini e gioielli in vetro soffiato per poi rivenderli nei mercatini. Il 15 aprile il padre dell’Ena, in Sardegna, s’aspettava di veder il figlio scendere dal traghetto, ma attese invano. Non ottenendo per di più risposta al telefono, pensò di rivolgersi ai carabinieri di Roma. Nel pomeriggio dello scorso lunedì le forze dell’ordine sentirono l’odore forte proveniente dall’appartamento al quinto piano del palazzo in via Cardinale Salotti, dove vivevano i due. Entrati dalla finestra trovarono la donna rannicchiata nel letto, il pigiama addosso e lenzuola macchiate di sangue a coprirla, la testa fracassata dal martello lasciato lì accanto. L’uomo s’era appeso per il collo alla corda che passava per un buco fatto col trapano sopra la porta della cucina. Accanto un biglietto per avvertire chi li avesse trovati: «State attenti, abbiamo l’Aids». Secondo gli esperti lei sarebbe morta all’inizio del mese, lui alla fine della settimana scorsa. Alle 17.30 di lunedì 18 aprile, all’ultimo piano di un palazzo color rosso scuro, in via Cardinale Salotti 36, zona Primavalle.