Varie, 26 aprile 2005
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Mahler Horst
• Haynau (Polonia) 23 gennaio 1936. Terrorista. Avvocato • «[...] celebre avvocato del Sessantotto teutonico e fondatore della Raf, la Frazione dell’Armata Rossa [...] dieci anni di carcere per partecipazione a banda armata e furto [...] ineffabile traversata del deserto che, sempre in nome della ”liberazione nazional rivoluzionaria”, lo ha spinto dalle sponde del terrorismo marxista verso il lidi della destra più estrema e xenofoba [...] aderisce alla Nationaldemocratische Partei Deutschland al culmine di un’ondata di violenza neonazista [...] Il suo lussuoso studio legale, nel cuore elegante della parte occidentale di Berlino, è mèta di una fitta clientela di piccoli e medi imprenditori che, dietro generose parcelle, gli affidano problemi e grattacapi. Ma, oltre che di appuntamenti dai magistrati civili, il suo calendario di impegni è colmo di discorsi e dibattiti in ogni angolo dei sedici Länder federali. lui, insomma, il vero ideologo della nuova destra tedesca [...] nato nel 1936 in Slesia (oggi territorio polacco) da genitori ”nazisti convinti fino al 1945 e anche dopo”, non aveva cominciato proprio all’estrema sinistra. Studente a Berlino, egli aveva infatti aderito alla Thuringia, una di quelle corporazioni universitarie fortemente caratterizzate a destra, prima di entrare nella Sds, la Lega degli studenti socialisti tedeschi, anima del movimento sessantottesco in Germania e palestra di tanti futuri terroristi. lì che aveva conosciuto, e poi difeso in tribunale, Andreas Baader e Gudrun Ensslin, insieme ai quali avrebbe più tardi fondato la Rote Armee Fraktion e raggiunto la clandestinità. Fu Baader il suo maestro d’armi: da lui apprese a fabbricare e lanciare una Molotov, scippare le borse dei ricchi, svaligiare la cassa di un supermercato. Arrestato nel 1970 dopo diversi ”espropri proletari”, condannato a 14 anni, Mahler ne scontò solo dieci grazie [...] a un giovane avvocato di Hannover, Gerhard Schröder, allora presidente degli Jusos, i giovani socialdemocratici. [...]» (Paolo Valentino, ”Sette” n. 40-41/2000).