Varie, 26 aprile 2005
FERRI
FERRI Enrico La Spezia 17 febbraio 1942. Politico. Ex ministro dei Lavori pubblici famoso per l’introduzione del limite dei ”110 all’ora”, alla vigilia delle politiche 2006 è passato da Forza Italia all’Udeur. «[...] magistrato [...] ministro dei Lavori pubblici per il Partito socialdemocratico (tutti lo ricordano per il limite dei 110 chilometri orari in autostrada) [...] conduttore televisivo su Raidue con L’ago della bilancia [...] cantante a uno dei Festival di Sanremo dell’epoca Baudo e insieme con la nazionale cantanti [...] sindaco di Pontremoli [...] europarlamentare [...]» (Lucia Castagna, ”Sette” n. 40-41/2000). «[...] Non sono pochi i magistrati prestati alla politica che, al termine del mandato, tornano ad indossare la toga. [...] Ma tutti i record li ha battuti [...] Enrico Ferri, tanto da diventare una sorta di ”uomo navetta”: anzi, lui, visto che ora è vicesindaco a Pontremoli, pur essendo sostituto procuratore generale in Cassazione, appartiene a quel pugno di magistrati che esercitano il doppio lavoro sfruttando una legge sulle incompatibilità piena di buchi. Negli anni ’70, Ferri ha iniziato la carriera come pretore a Pontremoli e proprio qui, in provincia di Massa, l’ex ministro dei ”110 all’ora” si è fatto eleggere sindaco per 4 volte: ”Questa città mi ha catturato fin da quando facevo il pretore, i miei 4 figli sono nati qui e così con mia moglie abbiamo deciso di non muoverci più”. Ferri, poi, è stato per tre volte parlamentare europeo (da ultimo di Forza Italia). Non rieletto, nel 2005 è tornato alla procura generale della Cassazione per la quale sostiene la pubblica accusa nei processi per fatti di droga e di criminalità organizzata. Nel 1988 fu Ciriaco De Mita a volerlo come ministro dei Lavori pubblici mentre era il segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati: ”No, non ho provato imbarazzo perché fare il magistrato e il politico è un po’ la stessa cosa quando si è onesti. Si svolge un servizio che si rende al Paese [...] Che male c’è, non esiste incompatibilità e non ci trovo nulla di strano [...]”» (Dino Martirano, ”Corriere della Sera” 10/2/2006).