Varie, 25 aprile 2005
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GNSWEIN GAENSWEIN GNSWEIN Georg Riedern am Wald (Germania) 30 luglio 1956. Segretario di Benedetto XVI • «[
GNSWEIN GAENSWEIN GNSWEIN Georg Riedern am Wald (Germania) 30 luglio 1956. Segretario di Benedetto XVI • «[...] aitante. Anzi, buca il video, e può essere di sicuro considerato uno dei più affascinanti segretari mai apparsi al fianco di un Papa. [...] biondo, alto un metro e ottanta, con gli occhi azzurri e un passato da maestro di sci sulle montagne tedesche è un fine teologo, uno studioso di filosofia capace di discutere di temi di dottrina con una padronanza che non a caso colpì Ratzinger e lo convinse a prendere il brillante studioso al suo fianco. [...] all’interno della Curia si muove con grande sicurezza. Si potrebbe dire che conosce la Curia meglio di quanto la Curia conosca lui. Di sé, del suo passato parla poco in giro. originario della Foresta Nera, ha studiato poi a Monaco dove si è laureato in diritto canonico, è stato prete nella diocesi di Freiburg im Breisgau [...]. Viveva nel più antico centro di studi teologici di lingua tedesca di Roma. Era il segretario del vescovo Josef Clemens, in quell’epoca segretario di Ratzinger oltre che buon amico della migliore nobiltà tedesca fra cui Gloria Thurm und Taxis. Ratzinger si recava spesso nel centro studi, e pranzava con i ragazzi. Notò lì Gänswein. L’anno successivo monsignor Georg - allora ancora solo un sacerdote - era già alla Congregazione per la Dottrina della Fede con Ratzinger mentre lavorava anche per la Segreteria di Stato, era uno dei due-tre ragazzi ”jolly”, le menti più brillanti, che la Segreteria invia nelle varie commissioni per seguirne i lavori. Nel Duemila divenne monsignore. Mentre Josef Clemens fu promosso segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, Ratzinger non ebbe dubbi su chi l’avrebbe sostituito. [...]» (Flavia Amabile, ”La Stampa” 25/4/2005). «Severo in dottrina e bello d’aspetto, alto, biondo, sportivo [...] laureato in diritto canonico a Monaco e docente della stessa materia all’Università della Santa Croce (Opus Dei). Il suo corso prendeva nome dal terzo libro del ”Codex juris canonici”, che è intitolato ”Munus docendi” (’il compito di insegnare”) . La rivista della facoltà di diritto canonico della ”Santa Croce” [...] sulle cause di beatificazione [...] sull’’esame delle dottrine”. Cioè sulle procedure della Congregazione per la dottrina della Fede per verificare se un’opera di teologia contenga errori. [...] Di carattere aperto, in pochi anni si è ”abbastanza romanizzato”, come ama dire agli amici tedeschi, se deve scusare qualche minuto di ritardo. Quando arrivò a Roma [...] per prendere servizio in Curia odiava i ritardi, il traffico, il chiasso e gli scioperi tipici della ”capitale del mondo cattolico”. Oggi non si lamenta più e ha imparato ad apprezzare i ”pregi” di Roma: il clima, ma anche la cordialità della gente e la cucina. Gli piace camminare in montagna. Quando non lo può fare sulle Alpi bavaresi, lo fa sull’Appennino abruzzese, nella zona del Gran Sasso. Gioca a tennis ed è anche sciatore. La leggenda vuole che abbia fatto, da giovanissimo, il ”maestro di sci”. Tra i conoscitori tedeschi di don Georg è diffusa l’idea che egli sia ”più severo, in dottrina, del suo maestro”: cioè di Papa Ratzinger. Il fatto che insegni ( cioè che insegnasse [...]) nell’Università dell’Opus, senza appartenere all’Opus - è un sacerdote della diocesi di Friburgo in Brisgovia - certamente lo segnala come uno ”sicuro in dottrina”. I più benevoli invece sostengono che si sia accostato all’Opus perché negli ambienti della ”Santa Croce” ritrovava qualcosa della sua Germania: il rispetto degli orari, finalmente!, docenti e alunni in tenuta impeccabile, la stessa severità della Congregazione in materia dottrinale. I primi tempi della presenza a Roma aveva preso residenza presso la ”Villa Mater Dei”, in via delle Mura Aureliane, che è una specie di albergo per ecclesiastici tedeschi in visita a Roma, o che lavorano in Vaticano. Ma da [...] quando la Mater Dei aveva dovuto ridurre il numero degli ospiti per lavori di ristrutturazione - si era trasferito al Santa Marta. Il suo titolo, alla Congregazione per la dottrina della fede, era di ”addetto di segreteria di prima classe”. Si occupava dell’’esame delle dottrine” - la fama di severo gli viene da quel lavoro - finché [...] il cardinale Ratzinger non lo chiamò a fargli da segretario. Si dice che ne sia venuto qualche conflitto con l’ex segretario, don Josef Clemens - per diciannove anni arbitro assoluto dell’accesso a Ratzinger - divenuto vescovo e segretario del Consiglio per i laici [...]» (L. Acc., ”Corriere della Sera” 8/5/2005).