Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  aprile 25 Lunedì calendario

GIROTTO Silvano.

GIROTTO Silvano. Nato a Torino nel 1939. Meglio conosciuto come Frate Mitra, è l’uomo che, infiltrato nelle Br, l’8 settembre 1974 a Pinerolo, consegnò nelle mani del colonnello Carlo Alberto Dalla Chiesa i capi delle Br: Renato Curcio e Alberto Franceschini. I brigatisti lo cercavano perché esperto guerrigliero. Ex legionario in Algeria negli anni ’50, ex detenuto per furto, nel 1969 diventò frate francescano. Partì per l’America Latina, missionario fra i poveri, nel 1971. Un colpo di stato lo convinse a schierarsi con i ribelli in Bolivia. Poi, nel 1973 combattè anche in Cile. Proprio a Santiago rimase ferito mentre infuriava la battaglia davanti al palazzo governativo nel quale si era asserragliato Salvador Allende. Tornò in Italia nel 1974 e abbandonò il saio per poi sposarsi con Carmen, anche lei ex guerrigliera boliviana con la quale ha avuto due figlie. Ha scritto un libro, Mi chiamavano Frate Mitra, edizioni Paoline, in cui racconta la sua storia. «[...] parroco a Chapare, una sperduta regione dell’Amazzonia, che negli anni ’70, in Bolivia, per combattere la sanguinosa dittatura di Hugo Banzer, fondò il Mir (Movimento de Izquierda Revolutionaria), imbracciò il mitra e si diede alla guerriglia [...] allora si chiamava Padre Leone, che durante il colpo di Stato di Augusto Pinochet in Cile (l’11 settembre 1973), ricercato dalla polizia si rifugiò, assieme a decine di persone, nell’ambasciata italiana? [...] tornato in Italia, fu infiltrato dal generale Dalla Chiesa nelle Brigate rosse e l’8 settembre 1974 fece catturare a Pinerolo, Renato Curcio e Alberto Franceschini [...] L’esperienza guerrigliera di Silvano Girotto, spesso considerata una ”montatura” pilotata da più servizi segreti e usata dell’allora colonnello Dalla Chiesa per facilitarne l’infiltrazione nelle Br, è stata seguìta dagli studi in ingegneria [...] ”Non rimpiango niente del mio passato. Ho agito con coerenza e correttezza, sempre al fianco dei più deboli e bisognosi. In Bolivia ho deciso di appoggiare la guerriglia quando ho visto l’esercito ammazzare oltre 500 persone e una settimana dopo le alte gerarchie della Chiesa celebrare il ’Te Deum’, nella cattedrale di La Paz, con invitato d’onore Banzer. Stessa cosa in Cile, dove noi del Mir avevamo le basi e avevamo trovato rifugio. L’assassino di Allende, lo stadio dove venivano ammassati i ’comunisti’, e il ’Te Deum’ con i vescovi e Pinochet. Troppo [...] io non ho mai pensato di lasciare il mio ministero. Mi hanno chiesto di abiurare il mio passato, di pentirmi di aver partecipato alla guerriglia. Ci ho pensato e mi sono chiesto se valeva la pena abbandonare la mia gente, tradirla. Ho detto no” [...]» (Massimo A. Alberizzi, ”Corriere della Sera” 25/4/2005).