25 aprile 2005
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Franck Mikko
• Nato a Helsinki (Finlandia) il primo aprile 1979. Direttore d’Orchestra. «[...] A 12 anni, in conseguenza di un’operazione chirurgica sbagliata, gli si paralizzò temporaneamente una gamba. Ne venne fuori, ma il superlavoro a cui sottopose il fianco destro per rieducarlo gli procurò gravi problemi alla schiena. Per cui ancora oggi deve spesso dirigere stando seduto, cosa insolita per un giovane. Ma nonostante questo è arrivato sul podio di orchestre come la Filarmonica di Berlino e la London Symphony ed è direttore stabile della Finnish National Opera e dell’Orchestra Nazionale del Belgio. [...] ”[...] Ho cominciato lo studio del violino a 5 anni e nelle stesso tempo ho deciso che avrei fatto il direttore. A 8 leggevo le partiture e a 10 nella mia stanza da letto dirigevo i dischi, specialmente la Patetica di Ciaikovskij: anche se lo facevo con un senso di frustrazione, perché ovviamente i cd non mi seguivano [...] la partitura che leggevo più spesso in ospedale era la Patetica . Mi ha dato coraggio, mi ha aiutato. E il fatto di averla studiata da piccolo e in un momento di sofferenza ha poi influito molto sulla mia interpretazione”. Il debutto sul podio nel 1995, quasi per caso, quando studiava violino all’Accademia Sibelius a Helsinki. Per festeggiare l’anniversario dell’istituto, fu data la possibilità di dirigere l’orchestra a chiunque lo desiderasse. Lui ci provò e fece sensazione. Fu preso come allievo privato dal famoso Jorma Panula, quindi in un solo anno ottenne il diploma. Iniziò così la sua ascesa, che [...] subì un breve stop a causa di problemi fisici, ma poi riprese. [...] ”[...] Quello che amo di più è fare musica con altri ’democraticamente’. Ma quando si dirige una grande orchestra o un’opera in teatro, e sono coinvolte grandi masse, la tua mano dev’essere per forza un punto di riferimento. Comunque non credo alla figura del direttore-dittatore, bisogna ascoltare l’orchestra e capire qual è il modo per lei più naturale di suonare [...] Nel mio tempo libero non ascolto mai musica classica ma solo pop: tutto quello che trasmettono in radio e televisione” [...]» (Alfredo Gasponi, ”Il Messaggero” 24/4/2005).