Varie, 24 aprile 2005
LANDOLFI
LANDOLFI Mario Mondragone (Caserta) 6 giugno 1959. Politico. Eletto alla Camera nel 1994, 1996, 2001, 2006, 2008 (An, Pdl). Ministro delle Comunicazioni nel Berlusconi III (2005-2006), ex presidente della commissione di Vigilanza Rai (2000-2001, 2006-2008). Nel 2007 accusato di corruzione e truffa «con l’aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il clan mafioso La Torre» • «Uno è chiuso nella toilette a contare le sue boccette di profumo. A un certo punto, la suocera bussa e gli fa: ”Vedi che ti cercano da Roma, dicono che devi andare a fare il ministro”. Non è una barzelletta. la vera storia di Mario Landolfi. Un collezionista di colonie d’antan approdato in An - via Secolo d’Italia - che un bel giorno si è ritrovato nel governo Berlusconi, per giunta nel ministero più caro al premier (le Comunicazioni), senza sapere né come né perché . [...] ”[...] Ho cominciato a far politica nel movimento giovanile del Msi. Mi iscrissi a 13 anni, ma dissi che ne avevo 14 per potermi tesserare. Sono cresciuto in una sezione ricavata in una taverna dove sopra c’era scritto ”Covo’ con la vernice spray. Feci tutto il percorso classico della militanza, ma in un centro di 30mila abitanti, dove tutta la sezione del Pci era apparentata con un nostro iscritto [...] Respiravamo il clima di quegli anni, ma a Mondragone era difficile succedesse qualcosa. Io lì mi candidai al Consiglio comunale nell’83 e fui eletto. Nell’85 fui il primo dei non eletti alla Provincia. Nel ’94 ci fu la candidatura alla Camera, dove fui uno dei sei, sette in tutt’Italia ad essere eletto solo col simbolo di An [...] stavo a casa. A un certo punto, mia suocera mi chiamò e mi disse: ”Ti stanno cercando da Roma. Ti vuole una certa batteria...’ (il centralino dei parlamentari, ndr). Riattivai il telefonino e mi arrivò subito la chiamata di Sottile, l’ex portavoce del leader di An [...] ”Ti sta cercando Gianfranco per dirti che farai il ministro delle Comunicazioni’ [...] ”Mi prendi in giro?’, gli dissi. ”No, no’, fece lui, ”stasera è successo un casino, Gasparri non fa più il ministro, lo fai tu’. Io continuavo a non crederci. Sin quando non mi chiamò Fini: ”Te la senti?’”. Manco a dirlo. ”D’altra parte, se uno gioca in serie A e lo convocano in Nazionale, non può dire ”non me la sento’. Ci deve andare punto e basta” [...]» (Barbara Romano, ”Libero” 3/2/2008) • «[...] è sempre stato presentato come il volto pulito di An: fedelissimo a Gianfranco Fini [...] Mondragone è la sua città: Landolfi è nato lì e quello è il suo collegio elettorale. Non si perde un’inaugurazione e [...] non ha lesinato attenzioni e fondi. Ma per la direzione distrettuale antimafia di Napoli in più occasioni l’ex ministro avrebbe violato la legge. Contro di lui ci sono soprattutto le telefonate di Raffaele Chianese, ex vicesindaco, amico e collaboratore che lo seguì a Roma come capo dello staff ministeriale. E ci sono le accuse dei fratelli Orsi: due imprenditori diventati i re dei rifiuti in Campania grazie al legame con la camorra e le relazioni politiche a destra e sinistra. [...]» (Gianluca Di Feo, ”L’espresso” 29/11/2007) • «[...] . Giornalista professionista, una vita passata al ”Secolo d’Italia” [...] quando era all’opposizione, ha presieduto la commissione parlamentare di Vigilanza sul sistema radiotelevisivo e tutti ricordano il suo infortunio su una storia di ordinaria raccomandazione. Correva l’anno 2000 e il direttore del Tg1, Gad Lerner, nell’atto di dimettersi dopo le polemiche scatenate da un servizio troppo esplicito su un’operazione di polizia contro i pedofili, mostrò in diretta televisiva un bigliettino con il quale Landolfi gli aveva chiesto una raccomandazione per una giornalista di Unomattina. Beccato, Landolfi architettò la seguente autocritica: ”Il mio è stato un gesto politicamente inopportuno. Se siete convinti che abbia politicamente pressato o ”concusso’ il direttore del Tg1, allora avrei il dovere di presentare le dimissioni. Ma se non lo pensate, riflettiamo pure insieme sul rapporto tra tv e politica”. Sono passati 5 anni. Landolfi è diventato ministro e la brava Marilù Lucrezio, che ebbe modo di lamentarsi dopo il fatto (’Ora ho paura di perdere il mio posto di precaria a Unomattina”) lavora al Tg1. [...]» (D. Mart., ”Corriere della Sera” 24/4/2005) • Inizi al Secolo d’Italia: «[...] Venivo tutte le mattine a Roma in treno dalla provincia di Caserta, e a Storace, che era rubicondo e assai goloso già a quei tempi, portavo tavolette di cioccolata militare. E lui tutto contento se ne andava dal fornaio, comprava le rosette calde calde e ci metteva dentro le mie tavolette. Poi ad una ad una se le divorava, e alla fine della giornata tutti i suoi fogli recavano tracce di cioccolato [...]» (Costanza Rizzacasa d’Orsogna, ”La Stampa” 2/8/2006).