Varie, 22 aprile 2005
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Kennedy Caroline
• New York (Stati Uniti) 27 novembre 1957 • «[...] unica sopravvissuta della sfortunata famiglia del presidente [...] Quand’era bambina, e viveva alla Casa Bianca, si sapeva tutto di lei: il suo gatto si chiamava Tom Kitten, il pony Macaroni, il canarino Robin. Nel 1965, a 7 anni, era già una statua di cera di Madame Tussaud. E del resto, già a un anno e poco più d’età, la foto della piccola Caroline che giocava a nascondino con papà Jfk campeggiava in ogni angolo d’America sulla copertina di ”Life”. Poi più niente. Adulta [...] si è ribellata, ha eliminato le scorie divistiche di casa e scritto due libri [...] sul diritto costituzionale alla privacy. Dietro quelli ha nascosto se stessa, la sua famiglia, la sua vita newyorkese; da tutti, dal ”clan” paterno (a cui non è stata mai troppo omogenea) all’America della gente comune, quella che gli orfani di Jfk aveva adottato dopo l’assassinio di Dallas del ’63. [...] ha ereditato dalla madre Jackie un pudore e un riserbo estremi [...] Ha sempre dimostrato un duro impegno sociale: nell’88, l’anno in cui nacque la sua primogenita [...] pubblicò il primo libro, In difesa dei nostri diritti, e nel ’95 un secondo, Il diritto alla riservatezza [...] Ted Kennedy ricorda che Caroline è stata devastata dalla morte di John Jr. ”Aveva sofferto già molto fin da bambina: aveva appena sei anni quando il fratellino Patrick, nato prematuro, spirò dopo pochi giorni, e quando il padre fu assassinato. Alle esequie, John John fece il saluto militare al passaggio del feretro e la foto commosse tutto il mondo. Ma Caroline rimase impietrita al fianco della madre, la mano nella mano, il dolore nascosto dentro. Trascorse l’intera esistenza nell’incubo di perdere anche Jackie e John jr. [...]” [...]» (Ennio Caretto, ”Sette” n. 36/2000).