Varie, 22 aprile 2005
NORMAN
NORMAN Peter. Nato a Victoria (Australia) il 15 giugno 1942, morto a Melbourne (Australia) il 3 ottobre 2006. Sprinter. Argento nei 200 metri alle Olimpiadi del 1968. «[...] quel ragazzo bianco [...] a lato di Tommie Smith e John Carlos, i due americani col pugno rivestito di nero sollevato nel cielo di Città del Messico: estate 1968, podio dei 200 m. Il saluto delle Black Panthers. [...] ”Stavamo aspettando di andare alla premiazione quando ho sentito i due compagni discutere sul tipo di gesto da compiere. Si erano tolti le scarpe, per mostrare al mondo la povertà della loro razza, e indossavano un distintivo. Mi avvicinai e chiesi loro se volevano che anch’io facessi qualcosa. Mi guardarono un po’ perplessi, poi mi dettero un distintivo dell’associazione per il rispetto dei diritti umani. Io me lo misi e salii sul podio con quello sul petto”. Sullo stadio calò il gelo. L’inno americano suonò a vuoto e venne anche accorciato per sbrigare la pratica divenuta imbarazzante, [...] ”Fu una sensazione strana, io non vedevo i due ragazzi di colore, perché sul podio erano alle mie spalle, ma potevo capire dalla reazione e dalla veloce interruzione dell’inno che avevano messo a punto il loro piano [...]”. La mattina seguente vennero a svegliare Norman molto presto. Alla stessa ora Carlos e Smith venivano invitati a lasciare Città del Messico, ospiti indesiderati del Comitato olimpico. A Peter si presentò l’allenatore, Julius Patching. Gli chiese: ”Cos’hai combinato ieri sera?”. E Peter: ”Ho vinto la medaglia d’argento”. Julius comunicò al ragazzo che in Australia il suo gesto non era piaciuto, che si considerasse ammonito e si preparasse al rimpatrio. Poi gli regalò i biglietti per le partite di hockey; di rispedirlo a casa non parlò più [...]» (Riccardo Romani, ”Sette” n. 36/2000).