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 2005  aprile 22 Venerdì calendario

Taccone Vito

• Avezzano (L’Aquila) 6 maggio 1940, Avezzano (L’Aquila) 15 ottobre 2007. Ciclista. Quindicesimo al Giro del 1961 (una vittoria di tappa), quarto nel 1962, sesto nel 1963 (cinque tappe), una tappa nel 1964, sesto nel 1965, nono nel 1966 (una tappa, un giorno in maglia rosa), tredicesimo nel 1969, quindicesimo nel 1970 • «[...] Lo chiamavano ”il camoscio d’Abruzzo” per la sua facilità di arrampicarsi sulle montagne, uno stile sgraziato ma efficace. Taccone diventò famoso per le sue imprese al Giro del ”63: cinque vittorie di tappa, quattro consecutive. Appena la strada saliva, lui scattava. Uno spettacolo. Anche nel dopo tappa: un ”cult” i suoi siparietti al ”Processo”, quello vero, di Sergio Zavoli. [...]» (Walter Gallone, ”Il Messaggero” 21/4/2005) • «Fu uno dei mattatori degli anni ”60. C’erano Adorni e Balmamion, Zilioli e Massignan, poi Motta e Gimondi, Bitossi e Basso. Ma c’era anche lui, Vito Taccone da Avezzano, il Camoscio d’Abruzzo che infiammava le corse, col suo carattere fumantino, le sue grandi doti di arrampicatore e il suo coraggio da vendere: l’uomo delle 5 vittorie (4 di fila) al Giro d’Italia ”63 e del trionfo da neopro’ al Giro di Lombardia ”61. Il 14 giugno 2007 [...] ha aggiunto il capitolo più triste alla sua storia movimentata. L’hanno arrestato all’alba nella sua casa di Avezzano dopo un blitz che ha coronato i due anni di indagini dell’inchiesta ”Baci&Abbracci” condotte dalla Guardia di Finanza e che ha portato all’emissione di 11 ordinanze di custodia cautelare, otto con restrizione della libertà. L’accusa è associazione per delinquere finalizzata al commercio di capi di abbigliamento e accessori con marchi contraffatti o provenienti da furti o ricettazione [...] ad Aielli, in un capannone di sua proprietà, hanno sequestrato 255mila capi falsi [...] non è la sua prima disavventura con la giustizia, nè la sua prima esperienza dietro le sbarre. Il 5 marzo ”82 ottenne l’amnistia per i reati di lesioni personali gravi e rissa, dopo la condanna in primo grado a 3 anni e 3 mesi. E il 30 marzo 1985 finì in manette per una vicenda di bische clandestine e assegni a vuoto, venendo scarcerato dieci giorni dopo. In carriera vinse 25 corse, conquistò due maglie di miglior scalatore al Giro, indossò una maglia rosa, fu grande protagonista su tutte le salite mitiche delle Dolomiti e poi, con le sue espressioni dilettali colorite, delle prime edizioni del ”Processo alla tappa” di Sergio Zavoli. Indimenticabile resta la scazzottata con lo spagnolo Fernando Manzaneque al Tour del ”64, accusato di aver provocato diverse cadute nelle volate. Finita la carriera sportiva, cominciò quella di imprenditore, con alterne fortune. Sempre vicino al ciclismo, s’era entusiasmato per i [...] trionfi del conterraneo Danilo Di Luca, nominandolo suo erede. [...]” (Paolo Marabini, ”La Gazzatta dello Sport” 15/6/2007).