Corriere della Sera 14/04/2005, pag.41 Sergio Romano, 14 aprile 2005
Eric Roll. Corriere della Sera, 14/04/2005. Dopo la scomparsa di George Kennan, è morto Eric Roll (lord Roll of Ipsden), un’altra grande figura della politica occidentale degli ultimi decenni
Eric Roll. Corriere della Sera, 14/04/2005. Dopo la scomparsa di George Kennan, è morto Eric Roll (lord Roll of Ipsden), un’altra grande figura della politica occidentale degli ultimi decenni. E’ stato un grande amico, ammiratore e conoscitore dell’Italia e fu un efficace "ambasciatore" informale tra il suo Paese, la Gran Bretagna, e il nostro, tant’è che il presidente Ciampi gli conferì 3 o 4 anni fa la più alta decorazione civile della Repubblica. Politicamente appartenne alla famiglia "fabiana" del socialismo inglese e per tutta la vita restò fedele al "centrosinistra". Nonostante ciò divenne molto amico di Malagodi subito dopo la guerra quando entrambi rappresentavano i rispettivi Paesi all’Oece a Parigi per la "gestione" del Piano Marshall. Successivamente divenne molto amico di Guido Carli e anni dopo di Mario Monti. Naturalmente ebbe molti amici italiani nell’area a lui più affine tra cui Amato, Andreatta, Napolitano, Padoa Schioppa, Prodi, Sarcinelli, Spaventa. Lei lo conobbe bene. Potrebbe ricordarlo? Pierleone Ottolenghi Milano Caro Ottolenghi, Eric Roll era un po’ più giovane di Kennan (aveva 97 anni) ed era per molti aspetti assai diverso. Il diplomatico americano era un wasp (bianco, anglosassone, protestante), alto e dritto come un faggio delle foreste fiamminghe. Era nato nel Milwaukee e sembrava uscito da un quadro intitolato "Gotico americano" in cui Grant Wood dipinse una coppia di contadini del Middle West davanti a una casa di legno sormontata da una grande cuspide, come quelle che si costruivano nell’America puritana agli inizi del Novecento. Roll invece era un ebreo di lingua tedesca della Bucovina, esile e piccolo. Quando nacque a Cernovcy, alla vigilia della Grande guerra, la regione apparteneva all’impero austroungarico e i suoi genitori erano leali sudditi di Francesco Giuseppe. Quando vi ritornarono, dopo avere passato a Vienna gli anni del conflitto, erano diventati, grazie alle manipolazioni del trattato di Versailles, cittadini romeni. Come lo scrittore Gregor von Rezzori, anch’egli bucovino di lingua tedesca, Eric studiò a Bucarest. Ma i genitori decisero che si sarebbe occupato di petrolio (la Romania aveva importanti giacimenti) e lo mandarono all’Università di Bristol dove esisteva un corso di laurea in ingegneria petrolifera. Da quel momento Roll e Kennan cominciano ad assomigliarsi. Avevano una forte inclinazione agli studi, amavano l’insegnamento universitario e scrissero libri che continuano ad avere uno straordinario successo accademico. Ma erano attratti dal servizio pubblico. Mentre Kennan entrò al Dipartimento di Stato ed ebbe subito alcuni incarichi consolari, Roll abbandonò il petrolio e andò negli Stati Uniti dove fu assegnato da un grande economista, John Maynard Keynes, alla missione inglese che organizzò da Washington, durante la guerra, i convogli alimentari per la Gran Bretagna assediata. Fu questa la ragione per cui nel 1947, quando l’America lanciò il piano Marshall, Eric Roll si ritrovò a Parigi, insieme a Giovanni Malagodi, in un piccolo comitato che aveva il compito di ripartire gli aiuti americani fra i Paesi dell’Oece. Nasce allora il suo europeismo. Era convinto che l’Inghilterra avesse bisogno dell’Europa e che l’Europa avesse bisogno dell’Inghilterra. Non appena Londra cominciò a negoziare l’adesione alla Comunità europea, il capo della delegazione britannica, Edward Heath, lo volle accanto a sé. Più recentemente, dopo qualche incertezza, prese posizione per l’ingresso nell’Unione monetaria e per l’adozione dell’euro. Alla Camera Alta, dove entrò nel 1977, apparteneva al gruppo dei lord europeisti. In uno dei nostri ultimi incontri gli chiesi se Tony Blair desiderava davvero aderire all’Unione monetaria e se sarebbe riuscito a convincere i suoi compatrioti. Mi rispose prudentemente che avrebbe provato e che aveva qualche possibilità di riuscirci. Ma questa conversazione ebbe luogo prima della guerra irachena. Da allora il premier britannico ha perduto una parte della sua autorità e ha dovuto modificare i suoi programmi. Vincerà probabilmente le elezioni del prossimo maggio, ma l’euro, per il momento, è uscito dall’orizzonte degli obiettivi perseguibili. Il suo governo ha un’altra preoccupazione: il referendum sul trattato costituzionale che si terrà soltanto nella primavera del 2006, quando tutti gli altri Paesi si saranno già pronunciati. E se qualcuno, prima d’allora, dirà no, alla Gran Bretagna, oggi molto euroscettica, verrà probabilmente risparmiato l’obbligo di rispondere a una domanda difficile. Con la scomparsa di Eric Roll è uscito di scena uno degli uomini che si sarebbe meglio battuto per impedire all’Inghilterra di scivolare fuori dell’Europa. La morte, forse, gli ha risparmiato un dispiacere. Sergio Romano