Gaia Piccardi, ཿCorriere della Sera 19/4/2005;, 19 aprile 2005
Raffaele Guariniello, procuratore della Repubblica di Torino noto per le inchieste sul doping, ha mandato al ministro della sanità Sirchia una relazione con la quale spiega che i controlli incrociati sangue/urine nel calcio sono inutili se si vogliono trovare tracce di Epo: il problema è che dal momento del prelievo a quello dell’analisi in laboratorio le urine non vengono refrigerate perdendo qualsiasi capacità di rivelare l’ormone che aumenta la disponibilità di ossigeno nei tessuti muscolari, favorendo così il recupero fisico
Raffaele Guariniello, procuratore della Repubblica di Torino noto per le inchieste sul doping, ha mandato al ministro della sanità Sirchia una relazione con la quale spiega che i controlli incrociati sangue/urine nel calcio sono inutili se si vogliono trovare tracce di Epo: il problema è che dal momento del prelievo a quello dell’analisi in laboratorio le urine non vengono refrigerate perdendo qualsiasi capacità di rivelare l’ormone che aumenta la disponibilità di ossigeno nei tessuti muscolari, favorendo così il recupero fisico. I medici che raccolgono per la Federcalcio i campioni di urina negli spogliatoi degli stadi italiani non sono infatti muniti di «siberini», quelle piastre che, messe in freezer, si raffreddano e consentono di refrigerare le borse termiche. L’eritropoietina è una proteina instabile, con una vita piuttosto ridotta: con l’urina refrigerata a 4 gradi, è rintracciabile per una settimana, a meno 30 per molti mesi, ma a temperatura ambiente diventa rapidamente introvabile. I campioni dei calciatori arrivano «morti» al momento dell’analisi: per passare dallo stadio all’Acquacetosa occorrono in media 17 ore (la maggioranza viene consegnata dopo 10, parecchi dopo 24 ore, un 5% addirittura dopo 30).