Roberto Rizzo, "Corriere della Sera magazine" 14/4/2005, pagina 59., 14 aprile 2005
Tommaso Staiti di Cuddia delle Chiuse, 72 anni, ex deputato missino per tre legislature, ex capo sanbabilino, la piazza milanese dove si radunava negli anni Settanta la gioventù neofascista della città, racconta il passato dei ministri di An che si vantano del loro attivismo giovanile
Tommaso Staiti di Cuddia delle Chiuse, 72 anni, ex deputato missino per tre legislature, ex capo sanbabilino, la piazza milanese dove si radunava negli anni Settanta la gioventù neofascista della città, racconta il passato dei ministri di An che si vantano del loro attivismo giovanile. «La Russa era un fighetto imposto dal Msi. Arrivava in San Babila all’ora dell’aperitivo con il cane lupo e la fidanzata Marika. I coraggiosi e gli incoscienti erano altri: "Trepunti", "Mammarosa"...». Fini «si nascondeva sotto le macchine. Appena arrivato a Milano si prese un cazzotto da De Cicco, uno dei nostri ragazzi e fratello dell’attuale moglie di La Russa. E il naso glielo ruppero altri camerati quando portò vi Daniela, la sua attuale signora che faceva la linotipista al "Secolo d’Italia", a Sergio Mariani, un attivista di Milano di cui era moglie». Alemanno «l’unico con un po’ di fegato. Tanto da gettare il corpo oltre l’ostacolo e, per fare carriera, sposare la figlia di Rauti. E il suocero lo ha ricompensato». Su Gasparri cita un aneddoto: «Lo chiamavamo sbirro mancato. Non sembra uno spione?». Francesco Storace «era un uomo del senatore Marchio che lo fece assumere al "Secolo" per garantirgli uno stipendio. La sua carriera politica è iniziata così. Altro che duro».