Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  aprile 16 Sabato calendario

Secondo uno studio inglese ogni anno in Gran Bretagna si butta tra il 30 e il 40 per cento del cibo prodotto, per un valore di 30 miliardi di euro: la cifra che secondo statisctiche delle Nazioni Unite sarebbe sufficiente a combattere la fame di 150 milioni di africani

Secondo uno studio inglese ogni anno in Gran Bretagna si butta tra il 30 e il 40 per cento del cibo prodotto, per un valore di 30 miliardi di euro: la cifra che secondo statisctiche delle Nazioni Unite sarebbe sufficiente a combattere la fame di 150 milioni di africani. Un britannico in media getta 600 euro di prodotti alimentari l’anno, pari a 2,7 chili a settimana, perché si compra più di quanto si possa mangiare e nei prossimi anni gli scarti aumenteranno del 15 per cento. Anche l’Italia è sprecona: ogni famiglia butta 584 euro l’anno su una spesa mensile di 450 euro e la Confederazione italiana agricoltori ha calcolato che nell’industria agroalimentare su un fatturato annuo di 103 miliardi di euro vanno persi 8,5 miliardi. La causa è un eccesso negli acquisti, ma anche il fatto che adesso nei supermercati frutta e verdura si possono toccare, accelerandone così il deterioramento. Una stima dell’università di Bologna rivela che sono almeno 238 mila le tonnellate di cibo che si buttano in Italia. "Il Banco alimentare", che lotta contro questo tipo di spreco, nel 2004 ha recuperato e distribuito in Italia più di 50 mila tonnellate di cibo garantendo un pasto a più di un milione e duecentomila persone bisognose.