Varie, 16 aprile 2005
Tags : Richard Gasquet
Gasquet Richard
• Beziers (Francia) 18 giugno 1986. Tennista • «[...] campione del mondo juniores nel 2002, [...] a Montecarlo [...] vinse poco più che quindicenne il suo primo incontro nel circuito maggiore ATP, contro l’argentino Squillari, fissando il nuovo record di precocità. Quei trionfi spinsero la critica francese a definire Gasquet ”il Mozart del tennis”. I transalpini garantirono che il futuro del tennis sarebbe stato dominato da due loro enfant prodige, l’introverso Gasquet e l’estroverso coetaneo Monfils, già messo sotto contratto dalla Nike. Puntualmente, dopo quelle troppe attenzioni, Gasquet si è sperso e ha vivacchiato, chiudendo il 2004 come 94 del mondo. Nel 2005, sempre accompagnato dal padre, Gasquet ha accettato di essere più umile. Si è fatto tre tornei minori, vincendo i challenger a Barletta (finale con Di Mauro) e Napoli (finale con Starace). [...] Gasquet è - potenzialmente - il tennis. Un giocatore dotato di un genio tennistico fuori dal comune, che cerca sempre il punto, capace di divertire come forse nessuno oggi sa fare. Per certi aspetti, non solo perché veste Lacoste, ricorda Henri Leconte. Anche nella ”fissazione” per le smorzate. Il talento di Gasquet è accecante, irridente, il ragazzo sa giocare a fondo campo come sottorete. Gioca a una mano, dritto e rovescio, quest’ultimo di rara bellezza. Non ha punti deboli, sa fare tutto. Consapevole del proprio dono, il limite di Gasquet risiede nell’assoluta sciaguratezza tattica: non fa mai calcoli, è capace di tutto e il contrario di tutto. Ma, nei suoi colpi più ispirati, c’è infinita grazia. [...] Molto dipenderà ora dalla sua testa, unico limite per questo ragazzo dal fisico un po’ infelice - segaligno, brufoloso, gambe corte e tozze - ma dal braccio incantato. [...]» (Andrea Scanzi, ”il manifesto” 16/4/2005). «[...] Ritrovo, sul mio taccuino, alcune note in parte utilizzate per un profetico articolo. Gasquet - scrivevo - del quindicenne ha il faccino, lunghe gambe ossute, corpo non ancora fasciato di muscoli. Sotto quel giovanile aspetto nasconde non solo determinazione, ma ancor più grande ispirazione: gioca, alfine, rarissima avis tra tanti rozzi bimani, il rovescio ad una mano. Colpo degno del mitico Tilden. Di lui mi ha parlato per primo uno che se ne intende, Pierre Barthes, vincitore dello Us Open di doppio, grande intenditore. nato come Barthes a Beziers, patria di rugbisti. Figlio d’arte, papà e mamma maestri. il campione annunciato che dai tempi dei Moschettieri i francesi vanno cercando. ”Eccesso di entusiasmo, aveva commentato quel vecchio cinico di Rino Tommasi. E, purtroppo, lo scetticismo pareva una volta di più giustificato, e Gasquet, pompato dalla sua Federazione e dai media sembrava a tratti uno dei moltissimi enfant prodige non realizzati. Certo, batteva record per la sua giovane età, primo diciassettenne ad entrare nei Cento. Ma non si poteva dimenticare che, non ancora diciottenne, Becker aveva vinto Wimbledon. Tuttavia, nell’ascoltare Potito Starace, sconfitto dal francese [...] avevo ravvisato un’ammirazione non lontana dalla mia [...]» (Gianni Clerici, ”la Repubblica” 16/4/2005).