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 2005  aprile 13 Mercoledì calendario

Nome del pontefice. Il Sole 24 Ore 13/04/2005. Appena eletto il nuovo Papa, il cardinale decano gli rivolgerà, a nome degli elettori, questa domanda: «Accetti la tua elezione a sommo pontefice, avvenuta secondo i canoni?»

Nome del pontefice. Il Sole 24 Ore 13/04/2005. Appena eletto il nuovo Papa, il cardinale decano gli rivolgerà, a nome degli elettori, questa domanda: «Accetti la tua elezione a sommo pontefice, avvenuta secondo i canoni?». E subito dopo gli chiederà: «Con quale nome vuoi essere chiamato?». La domanda si riferisce evidentemente al nome personale o prenome con cui i papi, come i sovrani, vengono ufficialmente chiamati. Ed è formulata in modo di non dare per scontato che l’eletto, ormai entrato nel pieno possesso dei suoi poteri, debba necessariamente cambiarlo. Ma, scegliendo di non cambiarlo, egli violerebbe una delle consuetudini "centenarie o immemorabili" cui si riferisce genericamente il nuovo Codice di diritto canonico. In questo caso, non è una consuetudine della cui origine si sia persa la memoria, ma una consuetudine "centenaria", che risale esattamente a millenove anni fa, al 996, quando il quindicenne imperatore Ottone III, alla morte di Papa Giovanni XV, designò come suo successore Bruno, un colto prete ventiquatrenne, suo parente e cappellano imperiale, che, al momento di essere consacrato vescovo di Roma, scelse di chiamarsi Gregorio in memoria di Gregorio Magno, il Papa i cui scritti avevano avuto una parte centrale nella sua formazione, avvenuta nella scuola cattedrale di Worms. Cosicché fu il quinto Papa a portare tale nome. Non saprei dire né quando né da parte di chi, si avvertì l’esigenza che gli stranieri o forestieri che diventavano vescovi di Roma venissero "incardinati" almeno onomasticamente nella Chiesa romana non solo cambiando il loro nome di battesimo, per dare comunque il segno dell’inizio di una nuova vita, ma anche scegliendo il loro nuovo nome fra quelli che erano stati portati dai papi che li avevano preceduti. Ho usato non a caso il participio incardinati, perché la consuetudine allora invalsa soddisfaceva la duplice esigenza di sottolineare a un tempo l’universalità e la romanità della Chiesa romana, allo stesso modo che la avrebbe soddisfatta la consuetudine per cui, dopo che nel secolo XII fu creato il collegio cardinalizio - detto, ancora nel Codice di diritto canonico del 1917, il Senato della Chiesa romana - venne attribuito ai cardinali il "titolo" di una chiesa di Roma, di modo che, per esempio, il primate della Chiesa polacca è oggi anche il titolare di Santa Maria in Trastevere. Prima di Gregorio V erano stati tre i papi che avevano cambiato nome: due perché portavano nomi impresentabili (Mercurio e Catellus o Catelinus, "Cagnolino"); uno perché Pietro - e un Pietro II non era concepibile. Tutti e tre cambiarono il loro nome in Giovanni, il più gettonato di tutti. I Giovanni sono, come è noto, ventitrè, dato che un altro ventitreesimo (1410-1415), anche se la sua tomba nel battistero di Firenze reca le insegne papali, è considerato un antipapa. Dopo quel primo - che ha cambiato scientemente nome e ha dato inizio a una ininterrotta consuetudine che sarà con certezza rispettata anche nel conclave convocato per il 18 aprile - le eccezioni sono state poche: Marcello II, Papa per nemmeno un mese nel 1555, si chiamava già Marcello, Marcello Tudini, ma c’era già stato fra il 306 e il 308 un Papa dello stesso nome; Giovanni Paolo I, che ha voluto accomunare i nomi dei due papi suoi predecessori, evidentemente per bilanciare l’audacia del primo con la prudenza del secondo, inventando un Gianpaolo, che non gli ha portato bene, ma che è stato immediatamente ripreso da Papa Wojtyla, cui è stata riservata la longevità e il trionfo finale di cui siamo stati spettatori. Quando avremo il nuovo Papa, saranno i vaticanisti a cercare di trarre dal nome prescelto qualche indicazione sulle intenzioni del neoeletto. Per il passato, non è sempre facile stabilire una connessione fra le ragioni cui ha obbedito la scelta del nome da parte di un Papa e la storia del suo pontificato. A titolo di pura curiosità o nell’eventualità che la mia informazione possa riuscire utile a qualcuno degli interessati, i nomi a disposizione per potere essere un II sono 45 o 43, a seconda che si metta o no nel conto con Adeodato (672-676) il suo predecessore Deusdedit (615-618), facendone, rispettivamente, un Adeodato I e un Adeodato II. Scegliere oggi un nome, se non proprio nuovo, come non è consentito, almeno un nome portato una volta sola, non sarebbe un atto di snobismo. Nel secolo XI alcuni fra i più zelanti fra i riformatori scelsero il nome di un Papa dei secoli precostantiniani, quando la Chiesa non era stata ancora inglobata nell’impero che si avviava a diventare cristiano. Girolamo Arnaldi