Il Sole 24 Ore 11/04/2005, pag.13 Vito Di Bari, 11 aprile 2005
Casa Intelligente. Il Sole 24 Ore, 11/04/2005. Suona il campanello, apro la porta ed accolgo i miei amici
Casa Intelligente. Il Sole 24 Ore, 11/04/2005. Suona il campanello, apro la porta ed accolgo i miei amici. Mi seguono nel soggiorno e - mentre ci spostiamo - le luci si accendono: nel corridoio c’è una luce d’ambiente, ma al nostro passaggio si illuminano i faretti che valorizzano i quadri che incrociamo. Click, click: la luce dello spot assolve e dissolve, ad indicarci la via. Nel soggiorno, gli abat jour si staccano dalla penombra ed avvolgono in coni di luce azzurrocielo i due divani contrapposti. Che stanno ora cambiando colore e diventano celeste chiaro, il colore prediletto di Elena, mentre la temperatura si posiziona sui 27°, la temperatura preferita da entrambi. E parte in sottofondo un Notturno di Chopin, che Alberto adora. Elena e Alberto mi sorridono ed io gli strizzo l’occhio con l’aria di chi si vanta. Ma, a dire il vero, le luci si accendono così chiunque arrivi. I colori, l’aria condizionata e la musica no. Quelli sono solo per loro due, i sensori nel tessuto della mia carta da parati li hanno riconosciuti all’arrivo e si sono "ricordati" i loro gusti, io non ho fatto nulla. l’11 aprile, del 2012. Elena e Alberto sanno che la mia casa è intelligente, un piccolo capriccio hi-tech. E gli piace, perché si sentono coccolati. Anzi, a volte un po’ troppo. " Daiquiri, grazie" dice Alberto. Ma non parla con me, il comando vocale rimbalza in cucina dove il mio e-shaker inizia a preparargli il cocktail. Elena invece mi sembra meno in forma, si è appena toccata la fronte ed ha chiuso gli occhi per alcuni secondi. Non le piace lamentarsi, ma il sensore biometrico (che è oramai in tutte le stanze, come gli antifurti a cellula fotoelettrica di una volta) l’ha beccata subito: mal di testa. Ed infatti suona un campanello, nel mio bagno. Vabbè, visto che devo andare in cucina a prendere il cocktail per Alberto, passerò anche dall’armadietto dei medicinali intelligente, in bagno. Apro l’antina ed ecco lì una bustina di Aulin, pronta sulla prima mensola. Torno in sala e passo il bicchiere ad Alberto, che intanto ha iniziato a chiacchierare con il mio ficus benjamin. Si, dimenticavo: la pianta del mio soggiorno parla. Ed ora sta intrattenendo i miei ospiti con le ultime notizie sul summit di Vienna. Certo, devi fare le domande giuste: è discreto il mio ficus, parla solo quando lo interpelli. Si è molto parlato di casa del futuro, e tanto se ne parla. Se volete la mia opinione, dovremo tutti aspettare ancora molti anni. Ma un po’ meno per le tecnologie che hanno appena coccolato i miei ospiti, quelle esistono già oggi seppure in forma di prototipo. I tessuti intelligenti per complementi d’arredo li ha brevettati Maggie Orth, una designer PhD al Media Lab del Mit. I prototipi dell’armadietto dei medicinali intelligente e della pianta si possono persino sperimentare, ma dovete andare agli Accenture Technology Labs di Chicago. 0 anche dietro l’angolo, se avete accesso a quelli di Sophia Antipolis, che è in Costa azzurra, dalle parti di Nizza. Vito Di Bari