13 aprile 2005
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Dworkin Andrea
• Nata a Camden (Stati Uniti) il 26 settembre 1946, morta a Washington (Stati Uniti) il 9 aprile 2005. Femminista. «[...] radicale e combattiva [...] combatté la pornografia definendola genocidio e olocausto culturale delle donne [...] la rivista inglese ”Punch” scrisse ”è la Leon Trotsky della guerra dei sessi”. [...] autrice di Woman hating (Odiare le donne, 1974), Men possessing women (Gli uomini possiedono le donne, 1981) e numerosi altri bestseller. [...] figlia di un sindacalista del New Jersey, della scena nazionale. L’eroina della rivoluzione pacifista degli anni Sessanta e di quella femminista degli anni Settanta e Ottanta sembrava un anacronismo e il suo ultimo libro, pubblicato nel 2000, Gli ebrei, Israele e la liberazione femminile, in cui sosteneva che anche le donne hanno diritto a un proprio stato, fu giudicato dai più una provocazione. Ma la sua biografia riassume uno dei capitoli più turbolenti della storia americana e la sua dottrina ha lasciato un segno: negli anni Ottanta, con l’aiuto di una celebre giurista, Catherine MacKinnon, la Dworkin pubblicò un manifesto contro la pornografia che divenne un’ordinanza comunale in numerose città, finché la Corte suprema non lo abolì, ritenendolo una violazione della Costituzione e della libertà di stampa. Il femminismo viscerale di Andrea Dworkin esplose nell’adolescenza: al liceo fece propaganda per l’aborto, all’università denunciò la guerra del Vietnam e più tardi abbracciò le causa delle comuni e dei ”figli dei fiori” a New York. Gli arresti, gli abusi sessuali, il matrimonio con un manesco anarchico in Olanda, dove aveva cercato di esportare la rivoluzione femminista, la spinsero a cercare l’amore delle donne nella sfera privata e a propugnarne l’emancipazione nella sfera pubblica. Il suo primo libro, pubblicato nel 1974, a 27 anni, fu una chiamata alle armi, ”per distruggere il patriarcato e tutte le sue fonti, la famiglia, lo Stato, la conservazione”. Seguì un ventennio di polemiche, che toccarono l’apice nel 1987, quando diede alle stampe Intercourse (Coito): i critici l’accusarono di equiparare il sesso allo stupro, lei ribatté che il matrimonio era ”sesso forzato”. La sua crociata contro la pornografia scaturì dal più famoso film hardcore dell’epoca, Gola profonda, e dalla traumatica autobiografia dell’interprete, Linda Lovelace. La pornografia, proclamò la Dworkin, ”è sfruttamento ed è un crimine contro i diritti civili delle donne”. Malgrado il successo popolare, tuttavia, la crociata non ottenne l’appoggio del Congresso. La Dworkin si scagliò contro i politici, ”uomini senza principi facilmente corruttibili”. Negli anni Novanta, quando la destra incominciò a farsi strada tra le donne, la scrittrice si dedicò al romanzo, pubblicando Mercy (Misericordia, 1991), storia di uno stupro, e Ice and fire (Ghiaccio e fuoco, 1986), storia di prostituzione. Trovò un pubblico più ampio all’estero che non in patria, dove il suo estremismo le aveva fatto troppi nemici: ”Se volete leggermi - scherzò una volta - dovete andare in Nigeria”» (Ennio Caretto, ”Corriere della Sera” 13/4/2005).