Luca Celada, "il manifesto" 12/4/2005, pagina 13., 12 aprile 2005
La legge Igra (Indian Gaming Regulatory Act) del 1988, permise alle tribù indiane d’america di aprire stabilimenti di gioco d’azzardo nei loro territori
La legge Igra (Indian Gaming Regulatory Act) del 1988, permise alle tribù indiane d’america di aprire stabilimenti di gioco d’azzardo nei loro territori. Il gioco così è diventato l’unica via per sconfiggere la povertà in cui gli indiani sono caduti dopo la colonizzazione dei bianchi. Per esempio ciascuno degli 8.000 individui della tribù Pima-Maricopa, in Arizona, riceve uno stipendio annuale di 12 mila dollari, dividendo di un casinò che dà lavoro a più di mille fra loro. I Pima, però, sanno che presto potrebbero perdere i privilegi ottenuti dopo il loro sterminio: sta già accadendo in California, dove Schwarzenegger vuole rinegoziare gli accordi che intercorrono con gli indigeni per imporre loro le tasse. Così i Pima-Maricopa hanno deciso di attuare un piano di sviluppo economico per svincolarsi dall’unico introito del gioco d’azzardo. Il loro business plan, chiamato "7 generazioni", prevede innanzitutto il reinvestimento di una parte cospicua dei proventi del casinò: è già stato acquistato un cementificio. Presto inizieranno a finanziare anche la medicina, con particolare riguardo per la ricerca sul diabete, di cui spesso si ammalano. Per aver cura del bene del popolo il piano di sviluppo prevede, per esempio, che non si facciano affari con società di fast food, giacché tra gli indiani l’obesità è male endemico.