La Stampa, 12/04/2005 pag.1 Massimo Gramellini, 12 aprile 2005
Gramellini sul concetto che Berlusconi dà il meglio di sé quando è in difficoltà Berlusconi. La Stampa, 12/04/2005
Gramellini sul concetto che Berlusconi dà il meglio di sé quando è in difficoltà Berlusconi. La Stampa, 12/04/2005. All’esordio da giornalista, il redattore anziano di un quotidiano milanese mi gettò sulla scrivania a mo’ di benvenuto la foto di un Berlusconi allora cinquantenne, ritratto fra il giovane Maldini e capitan Baresi. "Tempo un anno", vaticinò il collega, "e vedrai che ai suoi lati, invece dei calciatori, ci saranno i carabinieri". Di anni ne sono passati diciotto, ma i carabinieri non si sono visti: non in quel senso, almeno, dato che adesso quando lo incrociano devono scattare sull’attenti. L’aneddoto consente di trarre un paio di considerazioni: la prima è che quest’uomo è presente in modo invasivo nelle vite degli italiani da quasi un ventennio, tanto che persino chi ne avrebbe l’età fatica a ricordarsi come fossero lo spettacolo, l’informazione, la politica e molte altre cose, senza di lui. La seconda è che coloro che lo considerano bollito - praticamente tutti, a leggere i giornali - farebbero meglio a non applicare le regole della logica a una personalità così poco catalogabile, che ha sempre usato i disastri come un tappeto elastico per rimbalzare oltre la fine, direttamente dentro la prossima puntata. Berlusconi è sopravvissuto al crollo di un regime amico, a sentenze, malattie, imboscate e sconfitte elettorali, ma soprattutto a se stesso: la sua stella non sembra annoiarlo ancora e se anche il 2006 fosse la sua Waterloo, non resterà immobile ad aspettarla. Combatterà con ogni mezzo a disposizione, e ne ha tanti, per convincere l’elettore in fuga che quegli altri sono peggio di lui. Massimo Gramellini