Riccardo Romani, "Corriere della Sera" 9/4/2005, pagina 22., 9 aprile 2005
Secondo uno studio di Kristie Engemann e Michael Owyang, della Federal Reserve Bank, l’aspetto di una persona influisce sulla sua busta paga
Secondo uno studio di Kristie Engemann e Michael Owyang, della Federal Reserve Bank, l’aspetto di una persona influisce sulla sua busta paga. Si è visto che, a parità di ruolo, un bello guadagna il cinque per cento in più rispetto a chi non lo è. Altro dato: le donne obese guadagnano il 17 per cento in meno delle donne di peso normale. Tra gli uomini una delle discriminanti più forti è l’altezza. Per esempio un terzo degli amministratori delegati delle grandi corporations americane tocca un metro e 88 centimetri di altezza, quando l’americano medio raggiunge un metro e 77: ogni centimetro in più rispetto alla media corrisponde all’1,8 per cento in più sulla busta paga. D’altra parte qualche tempo fa un sondaggio condotto tra gli impiegati americani aveva rivelato che per gli intervistati le apparenze (dall’aspetto all’abbigliamento) hanno una forte influenza sulla carriera: il 33 per cento si dice convinto che i lavoratori belli abbiano più possibilità di avanzare nella carriera; un altro 33 per cento arriva a sostenere che i brutti debbano ottenere la tutela federale contro gli abusi professionali; il 16 per cento ammette di aver subito discriminazioni per via del peso eccessivo, dell’acne o della bassa statura. In Italia il fenomeno appare più sfumato: nel 2004 il presidente di Mediobanca Giuseppe Galateri (molto alto) ha guadagnato 1,8 milioni di euro, cioè meno del direttore generale della Juventus Luciano Moggi (1,9 milioni di euro), che invece alto non è.