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 2005  aprile 05 Martedì calendario

Pirro Ugo

• (Ugo Mattone) Salerno 24 aprile 1920, Milano 18 gennaio 2008. Sceneggiatore. Ha vinto l’Oscar con Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e Il giardino dei Finzi Contini. «[...] Maestro di cinema e di politica [...] è stato paracadutista, giornalista, ha occupato la Biennale, ha fondato sindacati (Anac), sostenuto giornali (’il manifesto”), ha litigato con tutti, ha fatto pace con (quasi) tutti, ha fatto a pugni con Gianmaria Volontè, poi gli ha cucito addosso tre o quattro dei suoi film più strordinari e un giorno che si ritrovava un attimo di tempo libero, ha firmato pure il testo di Cerasella [...] Pirro, che nome... ”Lo scelsi perché perché m’ero messo in testa che ogni cosa che ottenevo, in fondo, mi costava un sacco di fatica. Vittorie di Pirro, appunto [...] mio padre, che faceva il capostazione [...] da ragazzo volevo fare il giornalista. Al ”Corriere dell’Adriatico’ organizzai uno sciopero dopo che avevano cacciato un redattore: licenziarono me. Finii a l’’Unità’ con Ingrao, dopo aver vinto un concorso. A Roma trovai la gente del cinema. Rodolfo Sonego, Peppe De Santis, Carlo Lizzani. Anche se i primi amici furono pittori. Turcato, Mafai, Rotella...” [...] Primo film firmato. ”Achtung banditi, di Carlo Lizzani. Era il 1951. Scritto insieme a Sonego, anche se nei titoli di testa ci sono anche altri nomi [...] Gente della cooperativa di Genova, che produsse il film. Ma erano anni così. Tu stavi lì a scrivere, ogni tanto entrava qualcuno, diceva una stronzata, usciva dalla stanza e te lo ritrovavi nei titoli”. Primo film di successo? ”Il processo di Verona, del 1962, sempre Lizzani. [...] Fummo denunciati dai familiari dei fucilati, Edda Ciano compresa. Che ingaggiò il mitico Carnelutti. Carcarono di bloccare la prima a Venezia ma De Laurentiis li fregò tutti: fece sparire la copia con la scusa che doveva fare dei tagli. Falso. Ma intanto venerdì era passato, le procure avevano chiuso. E il sabato, puntuale, Dino lo fece proiettare a Mestre”. Pure alla vigilia di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto furono annunciati guai pesanti. ”Ci consigliarono addirittura di andare via da Roma. [...] racconto solo questo: Elio Petri stava finendo di montare il film. A un certo punto chiama la sede dell’Anac, il sindacato degli autori, dove c’era una riunione con Zavattini, Scola, Monicelli e altri e ci invita a vedere la prima copia. Come finisce la proiezione, si accendono le luci, ci guardiamo in faccia e l’unica cosa che sento è: andrete in galera [...] Il film lo fa anche l’epoca. Noi eravamo degli incoscienti, ma devo dire che se in quegli anni non ci fosse stato il movimento, Indagine non l’avremmo nemmeno pensato” [...]» (Andrea Purgatori, ”Sette” n. 22/2000).