Varie, 5 aprile 2005
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Grobbelaar Bruce
• Durban (Sudafrica) 6 ottobre 1957. Ex calciatore. Portiere. Con il Liverpool vinse la Coppa dei Campioni 1983/1984 (ai rigori contro la Roma all’Olimpico). «[...] l’eccentrico sudafricano (627 partite in 13 anni ad Anfield Road) che a Roma nell’84 deconcentrò Conti e Graziani con una danza gigiona e snodata, le gambe a spaghetti come ancora le ricordano gli inglesi. [...]» (Emilio Marrese, ”la Repubblica” 27/5/2005). «[...] Titoli a profusione e due finali di Coppa dei Campioni. Una chiusa con una danza da clown che fece perdere la testa a Graziani; l’altra con una visita al pullman della Juve per chiedere scusa. ”La prima a Roma, una serata magica. Per la città, per lo stadio, per i cori delle tifoserie, per il modo fortunato in cui abbiamo portato a casa la coppa. La seconda, a Bruxelles, un disastro. Prima, durante e dopo. [...]” [...]» (Filippo Maria Ricci, ”Corriere della Sera” 5/4/2005). «[...] è cresciuto in Rhodesia, prima che diventasse Zimbabwe [...] Caporale dei Fucilieri africani della Rhodesia prima di passare al calcio professionistico, Grobbelaar ha combattuto nel ”bush” contro i guerriglieri di Robert Mugabe [...] L’idea delle ”spaghetti legs” gli venne spontanea, afferma, pochi attimi prima che Ciccio Graziani tirasse il rigore all’Olimpico. Il 30 maggio 1984. Graziani si accingeva al suo turno, sul 3-2 per il Liverpool siglato da Rush, dopo gli sbagli di Nicol e Bruno Conti. ”Nell’attesa mi avvicinai con la bocca alla rete e l’afferrai tra i denti. Mi sembrò di addentare degli spaghetti, e mi ritrovai a pensare: adesso faccio le ’spaghetti legs’. Funzionò: Graziani tirò il rigore al cielo, e al turno seguente Alan Kennedy non sbagliò il 4 2 decisivo”. Accusato da un ex socio di aver truccato partite del Liverpool per conto di un sindacato di scommettitori della Malesia, è stato assolto nel ’97, ma ha dovuto pagare le spese legali al ”Sun”, che aveva pubblicato la storia. Risarcito con 1 sterlina per diffamazione, Grobbelaar ha rimborsato 750.000 euro al ”Sun”, finendo in bancarotta» (Giancarlo Galavotti, ”La Gazzetta dello Sport” 27/5/2005).