varie, 5 aprile 2005
BIONDI
BIONDI Alfredo Pisa 29 giugno 1928. Avvocato. Politico. Eletto alla Camera nel 1968, 1979, 1983, 1987, 1992 (Pli), 1994, 1996, 2001, al Senato nel 2006 (Forza Italia). Ministro delle Politiche comunitarie nel Fanfani V (1982-1983), dell’Ambiente nel Craxi I (1983-1986), di Grazia e Giustizia nel Berlusconi I (1994-1995) • «Oggi si definiscono tutti liberali. Compresi gli ex comunisti, gli ex fascisti, gli ex democristiani. Alfredo Biondi è un liberale doc che milita in Forza Italia. Avvocato [...] difendeva Gigliola Guerinoni [...]. un uomo allegro, anche un po’ goliarda, di improvvise arrabbiature e rapidi oblii. stato ministro della prima Repubblica e della seconda, vicepresidente della Camera, segretario del Pli. [...] inseguito da una fama, immeritata, di bevitore e, meritata, di battutista. [...] se tutti sono liberali, perché il Pli è morto? ”Non ha resistito alla questione morale. Al congresso di Genova, ero segretario, dissi: ”Avete trasformato un partito di ideali in un partito di affari e forse di malaffare’ [...] Persi la segreteria [...] Il cuore ce l’ho a sinistra [...] ho fatto parte di governi di centro-sinistra. Quando ero d’accordo con Craxi non mi sono mai omogeneizzato alla teoria lib-lab. Un liberale rifulge di più nel centro-destra. A sinistra rischi di apparire un utile idiota. In realtà non sei idiota ma nemmeno utile” [...] Una volta hai fatto piangere la Bindi. ”Rivolta a me, aveva fatto un gesto come per dire: siete dalla parte di quelli che hanno i soldi. Io, dimenticando il mio ruolo, dissi che certe pasionarie fanno ridere. Si scatenarono tutti. Perfino il Facis [...] Quello bello... sempre vestito Facis... il comunista... [...] Folena. Mi venne incontro mostrandomi il pugno. Io gli dissi: ”Attento te, perché io sono stato campione di boxe e ti butto giù la protesi”. Ogni tanto dico qualche battuta, ma per svelenire non per attizzare. Rivendico la mia funzione termostatica di calmare la Camera. Io non tolgo mai l’audio a chi parla come faceva Violante e fa Casini [...] Ero ministro e dissi una vecchia battuta: ”Un tempo gli avvocati dicevano ai figli: ”Studia, altrimenti da grande farai il Pm’’. Purtroppo era presente Stefano Marrone, della ”Repubblica’, che lo scrisse come se fosse un’intervista. E successe il finimondo. Gli scrissi: ”Cose del genere nemmeno durante il fascismo. L’Ovra spiava, ma non diceva che erano interviste”. Borrelli si arrabbiò. ”Disse una frase brutta: ”Biondi ha parlato ad un’ora pericolosamente tarda della sera’. Come se io fossi un ubriacone”. Lo dicono tutti. ”Per colpa proprio della frase di Borrelli e della sua fine eleganza da cavallerizzo [...] non sono un anticomunista viscerale, sono un anticomunista razionale. E in molte cose sono d’accordo con loro” [...]» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Corriere della Sera Magazine” 6/1/2005).