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 2005  aprile 04 Lunedì calendario

Rush Ian

• Flint (Gran Bretagna) 20 ottobre 1961. Ex calciatore. Centravanti più opportunista che potente si mise in luce nel campionato inglese con il Liverpool, dove segnò 140 reti in 217 partite e vinse di tutto un po’, compresa la Scarpa d’Oro per il miglior cannoniere europeo e la Coppa dei Campioni del 1984, strappata all’Olimpico alla Roma in un drammatico epilogo ai calci di rigore. La Juventus lo acquistò nel 1987 con l’ingrato compito di far dimenticare tanto Platini, che si era appena ritirato, quanto Charles, l’altro gallese illustre del passato bianconero. Carattere ruvido, totalmente estraneo all’ambiente juventino, Rush giocò 29 partite nella serie A 1987/88 segnando soltanto 7 gol: a fine stagione tornò in Inghilterra • «[...] Le prime voci le ho sentite nell’86, poi Boniperti venne a vedermi a Wembley nella finale di FA Cup vinta contro l’Everton. L’idea della Juve mi affascinava perché da gallese non ho mai avuto l’opportunità di giocare in altri campionati europei e quindi non mi ero mai misurato contro i migliori del mondo. E in quegli anni la serie A era il massimo. Anche per questo ho scelto la Juventus, anche se il Barcellona offriva molto di più, circa 4,5 milioni di sterline contro i 3,2 dei bianconeri. E a Barcellona avrei trovato il tecnico Venables, che era inglese. Però volevo la Juve, è il Liverpool d’Italia dopo tutto [...] le cose iniziarono bene. Il rapporto con i tifosi fu subito ottimo. Segnai tantissimo in precampionato. Poi però in campionato la squadra faticava a decollare. Difficile dire perché, però quell’anno c’erano sette giocatori nuovi e non aiutò di certo. Anzi, Platini mi disse ”Sei andato nella squadra giusta, nel momento sbagliato”. Adesso, con il senno di poi, capisco che avrei dovuto adottare una mentalità diversa. Però ero giovane, non parlavo la lingua, e la Juventus rifiutò di prendermi un interprete. Fu molto difficile adattarsi [...] Quell’anno segnai 14 gol, di cui sette in campionato. Non saranno tantissimi, ma io non tiravo rigori e punizioni. E comunque ho segnato più di gente come Voeller, che era osannata. Ma l’opinione pubblica è fatta così. Più quella inglese che quella italiana. I giornali inglesi fin dall’inizio hanno voluto che io fallissi. Un po’ come fanno oggi con Beckham e Owen al Real Madrid. Purtroppo molti inglesi, specialmente nella stampa, sono gelosi del successo altrui [...] ho conosciuto persone fantastiche come l’Avvocato Agnelli e [...] sono migliorato come calciatore. E resto convinto che se la Juve mi avesse tenuto un altro anno, avrebbero visto tantissimi gol. Sarei rimasto almeno cinque o sei stagioni e avremmo vinto qualcosa di importante assieme. Però hanno fatto le loro scelte....[...]» (Gabriele Marcotti, ”La Stampa” 4/3/2005).