Varie, 3 aprile 2005
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Dziwisz Stanislaw
• Rabawyza (Polonia) 27 aprile 1939. Cardinale. Arcivescovo di Cracovia. Ex segretario personale di Giovanni Paolo II. «Papa Wojtyla si è spento e accanto a lui si è spento anche il ruolo - ma più di qualcuno nella Curia preferisce parlare di vero e proprio potere - del suo storico segretario personale, l’arcivescovo Stanislao Dziwisz [...]: ’uomo che nell’ultima fase del pontificato wojtyliano ha - direttamente e indirettamente - influito con più determinazione nella gestione dei piccoli e grandi affari vaticani, con voce in capitolo nella gestione della tabella degli impegni del papa malato. Stabilire quanti - tra capi di Stato, ambasciatori, ma anche cardinali - potevano essere ammessi alla presenza del pontefice, avere - è ragionevole pensarlo - l’ultima parola sulle rarissime udienze papali concesse prima dell’aggravarsi della malattia di Wojtyla. [...] più di qualcuno si è spinto a sostenere che il segretario papale avrebbe avuto qualche peso anche nelle scelte curiali, nelle nomine vescovili, nel concedere il placet per questo o quel documento. Di fatto ruolo e potere che sono cresciuti con l’avanzare della malattia di Wojtyla. Discreto, di apparenza mite, grande lavoratore, sempre attento agli equilibri della curia vaticana, don Stanislao - così i suoi amici polacchi, e non, amano chiamarlo dentro e fuori il Vaticano - è l’ombra fedele di Giovanni Paolo II [...]. I problemi di salute che fin dai primi anni di pontificato hanno gravato su papa Wojtyla - a partire dall’attentato in piazza San Pietro del 13 maggio 1981 - hanno contribuito a rendere sempre più preziosa la sua presenza accanto al pontefice. Come papa Wojtyla, don Stanislao è convinto che quel 13 maggio Giovanni Paolo II sia stato salvato da un intervento divino. ”La vita del Santo Padre - ha affermato in una conferenza all’università di Lublino in occasione del ventesimo anniversario dell’attentato - è stata salvata veramente per una mirabile grazia di Dio, per la quale dobbiamo incessantemente rendere grazie”. Nella stessa conferenza di Lublino - alla quale fu chiamato per ricevere una laurea honoris causa - Dziwisz confessò per la prima volta di aver temuto per la vita del Papa: ”Fu un momento drammatico: dopo i colpi di Alì Agca, il Papa si accasciò, perdeva sangue, lamentava forti dolori all’addome, non c’era un medico a portata di mano; lo sostenni, ma stava perdendo le forze... oggi posso dire che in quell’istante entrò all’opera una potenza invisibile che consentì di salvare la vita del Santo Padre in pericolo mortale...”. Più che un segretario, monsignor Dziwisz ha sempre assistito il Papa venuto dall’Est con l’affetto e l’abnegazione di un figlio, sia negli impegni quotidiani che, soprattutto, durante i frequenti ricoveri ospedalieri a cui ha dovuto ricorrere Wojtyla, fino alla lunga interminabile agonia di questi giorni. Dziwisz è stato sempre al suo posto, nei momenti belli e nei giorni brutti. Nato a Rabawyza, presso Cracovia [...] fu ordinato sacerdote il 23 giugno 1963. L’incontro con Wojtyla avvenne sui monti Carpazi dove il futuro Papa e il suo futuro segretario condividevano la passione comune per la montagna e per gli sci. Tre anni dopo, nel 1966 l’allora arcivescovo di Cracovia, monsignor Wojtyla, lo scelse come suo segretario. E da allora i due cammineranno l’uno affianco all´altro come un padre ed un figlio. Dopo 12 anni trascorsi nella curia di Cracovia, nell’ottobre del 1978 la svolta: il cardinale Wojtyla deve ritornare di nuovo in Vaticano per il nuovo conclave in seguito alla morte di Giovanni Paolo II. E don Stanislao è con lui, come testimonia un celeberrimo filmato amatoriale, nel quale il segretario - vestito in abito talare nero - appare mentre saluta il futuro Papa davanti al cancello del conclave. I due si salutano con un sorriso, certamente incuranti della ”sorpresa” a cui entrambi sarebbero andati incontro dopo appena due giorni, quando il 16 ottobre ’78 dalla finestra della Benedizione della basilica di S. Pietro viene annunciato, col tradizionale ”habemus papam!”, che il cardinale polacco Karol Wojtyla è il nuovo pontefice col nome di Giovanni Paolo II. Da quel momento anche la vita dell’oscuro segretario dell’ex arcivescovo di Cracovia cambia letteralmente registro. Il conclave ”elegge” indirettamente anche don Stanislao che diventa subito il segretario del Papa. L’elevazione alla dignità vescovile arriva, a sorpresa, nel 1998, rompendo una consolidata tradizione vaticana, secondo la quale i segretari dei papi venivano eletti vescovi solo dopo la morte del pontefice che avevano servito. Con la nomina vescovile, sarà chiamato a ricoprire anche l’incarico di Prefetto aggiunto della Casa Pontificia. Nel 2003 la ”promozione” ad arcivescovo e il conseguente inserimento del monsignore segretario nella pool position dei futuri cardinali. Risale, però, a ben 20 anni prima l’avvio del consolidamento del ruolo di monsignor Dziwisz in Vaticano, quando nel 1981 assunse la presidenza della neonata fondazione pontificia ”Fundacja Jana Pawla II”, istituzione creata con lo scopo di diffondere il pensiero e la cultura di papa Wojtyla nel mondo ed aiutare con iniziativa caritatevoli e di volontariato i polacchi residenti nella madre patria, in Italia e a Roma, e per consolidare i rapporti tra la Polonia e la Santa Sede. Una istituzione qualche volta accusata di aver favorito eccessivamente la formazione di una sorte di lobby polacca dentro e fuori le mura vaticane. A queste accuse, Dziwisz e gli altri esponenti polacchi membri della fondazione non hanno dato mai peso preferendo ai rumori delle polemiche la discrezione e la riservatezza. [...] Una sola volta ha concesso una intervista, a ”Repubblica” il 28 agosto 1998, per esprimere il ”dolore del Papa” per le accuse di usura piovute addosso al cardinale di Napoli Michele Giordano, accuse che in seguito risulteranno infondate. Don Stanislao è stato veramente l’ombra fedele di Giovanni Paolo II. Nei grandi eventi (dal Giubileo del 2000 ai viaggi nazionali ed internazionali), nelle grandi celebrazioni, ma soprattutto nei momenti del dolore. Il ”premio”, per tanto attaccamento, è già scritto nel dopo-Wojtyla con l´assegnazione a monsignor Dziwisz della diocesi di Cracovia, grazie alla quale in seguito sarà nominato cardinale» (Orazio La Rocca, ”la Repubblica” 3/4/2005).