Varie, 31 marzo 2005
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Okaka Stefano
• Castiglion del Lago (Perugia) 9 agosto 1989. Calciatore. Lanciato dalla Roma, dal gennaio 2010 al Fulham, dal gennaio 2011 al Bari • «La risposta romanista alle capriole di Oba Oba Martins e di Stephen Makinwa [...] un ragazzone di 188 centimetri, ha la pelle color ebano, il cognome del papà Austin, che nel 1980 lasciò la Nigeria per cercare gloria da noi [...] ma tutto il resto è italianissimo. Dal passaporto alla parlata, appunto. [...] suo “mentore” Bruno Conti, che lo scoprì seguendo una segnalazione di Zibì Boniek. Okaka aveva iniziato a giocare nel Centro Italia Parma, poi era passato al Cittadella e da lì aveva raggiunto l’Under 16 azzurra. In estate era in ritiro a Coverciano e già pensava al prossimo anno da milanista. Il Cittadella si era accordato coi rossoneri, anche se il giocatore si sarebbe svincolato a giugno, e Stefano aveva fatto tutta la trafila: giro di Milanello, visite mediche, foto ufficiali con Angelo Colombo, responsabile delle giovanili rossonere. Tutto fatto, finché non sono arrivati Bruno Conti e la Roma. Lo ha visto giocare, e se ne è innamorato. Lo ha convinto a dare un’occhiata anche a Trigoria, gli ha fatto vedere la foresteria, gli ha spiegato come funziona il pensionato, che sarebbe stato seguito dalla A alla Z, ma soprattutto gli ha fatto vedere le strutture della prima squadra: il campo d’allenamento, attaccato a quello delle giovanili, gli spogliatoi. Di fronte allo scarpino di Totti e all’armadietto di Cassano, Stefano non ha più capito niente. Certo, il Milan è il Milan, ma lì non avrebbe vissuto a stretto contatto con Maldini o Kaká, visto che le giovanili hanno una struttura esterna. Anche i genitori ci hanno messo una parolina: a Cittadella, vicino Padova, erano morti dal freddo e a Roma si sarebbero sentiti più vicini a casa. Stefano, così, è uscito dal “Fulvio Bernardini”, si è mangiato un piatto di amatriciana e ha cominciato a giocare negli Allievi: 13 gol in campionato, di cui uno al derby che a Roma vale anche tra i più piccoli, la vittoria al torneo di Arco. Alberto De Rossi, tecnico della Primavera e papà di Daniele, lo ha lanciato nel Viareggio: prima partita e primo gol, il più precoce nella storia del torneo. Da lì, in salto in prima squadra è stato quasi naturale. [...]» (Ernesto Menicucci, “Corriere della Sera” 31/3/2005).