Paola Jacobbi, Vanity Fair 31/03/2005 pag. 110, 31 marzo 2005
L’attore che imita Michael Jackson, Vanity Fair 31/03/2005. Dieci anni fà, Edward Moss preparava hamburger in un fastfood
L’attore che imita Michael Jackson, Vanity Fair 31/03/2005. Dieci anni fà, Edward Moss preparava hamburger in un fastfood. Oggi è una delle facce più viste della televisione americana. Anche se, in realtà, la faccia che lo sta rendendo famoso non è esattamente la sua. quella di Michael Jackson, la popstar sotto processo per abuso di minori al tribunale di Santa Maria, California. Edward è un impersonator, meno di un sosia, più di un imitatore. Ha iniziato grazie a una gara di travestimenti tra i dipendenti di McDonald’s, un’idea pensata per far divertire i clienti. Edward si è vestito da Michael Jackson. "Non che fossi un suo fan: anzi, mi facevano un po’ paura le sue bizzarre trasformazioni. Però mi piacevano le coreografie dei video, così ho ballato "Thriller". Edward ha vinto i duecento dollari messi in palio da McDonald’s, poi ha partecipato a spettacoli a Las Vegas, telefilm (Nip/Tuck, per esempio) e persino a film come Scary Movie 3, sempre nel ruolo di Michael Jackson. Ma il colpo grosso della sua carriera l’ha fatto nelle ultime settimane, grazie al maxi-processo. La rete televisiva E! Entertainment (di cui esiste da settembre la versione italiana su Sky, canale 114) ha realizzato un programma dove si ricostruisce ogni sera quello che, la mattina, avviene in tribunale. L’audience è salita del 70 per cento rispetto alla media della fascia oraria. Il programma (tradotto) è andato forte anche in Italia (dove va in onda dal martedì al venerdì alle 23). Al punto che, dal 19 marzo, è stato aggiunto uno speciale settimanale (Michael Jackson: il processo, tutti i sabati alle 20), registrato a Los Angeles, ma condotto dalla giornalista italiana Claudia Laffranchi, che illustra e commenta, con alcuni ospiti in studio, quello che è successo nei sette giorni precedenti. Perché tanto interesse per una semplice ricostruzione, quando c’è un processo vero e proprio in corso? La cosa si spiega col fatto che, dopo l’ultraspettacolarizzata vicenda O.J. Simpson, in California la presenza delle telecamere in tribunale è a discrezione del giudice. Per Michael Jackson, il magistrato Rodney Melville ha deciso di tenere i reporter sull’uscio. Quindi, i dirigenti di E! Entertainment hanno avuto la bella pensata. Comprano i diritti della trascrizione delle udienze dallo stenografo del tribunale (bizzarria della legge americana: i diritti della trascrizione appartengono esclusivamente a chi la esegue) e, nel pomeriggio, la fanno recitare a un piccolo cast di attori, in uno studio televisivo. Si va in onda la sera stessa. E, per la parte del protagonista, è stato scelto Edward Moss. Più alto del vero Míchael Jackson, "in borghese" non gli assomiglia per niente. Ma in un’ora si trasforma, grazie al trucco e al lavoro della costumista che riproduce l’esatto look sfoggiato quel giorno dal cantante. Comunque vada a finire, quella del processo Jackson è una storia di molestie vere o presunte, in cui la fama e il denaro diventano armi letali. Una storia tragica e mostruosa, dunque appassionante. Ma chi ci lavora sopra più di dieci ore al giorno, come i ragazzi di E! Entertainment, finisce col vederne anche molti aspetti comici. Per esempio, quando Michael Jackson si è presentato in tribunale in pigiama, Edward ha telefonato da casa, con una battuta: "Mi sono appena svegliato, vengo sul set così come sono?". Nello studio dove si registra il programma è visibile un grande cartello dove tutti hanno appuntato le loro scommesse a proposito di alcuni fondamentali quesiti legati al processo. Tipo: "Quando finirà?", "Jackson sarà dichiarato incapace di intendere o di volere?", o anche "lascerà il Paese prima che lo incastrino?". Secondo i dirigenti dell’emittente, la rete non ha ricevuto minacce dai fan di Jackson. Perché, in realtà, lo show non è una fiction e probabilmente risulta più obiettiva di un servizio del telegiornale. E lui, Edward Moss, come la pensa? diplomatico. "Non mi sento in grado di dare giudizi". Poi racconta dell’unica volta in cui imitatore e imitato si sono incontrati faccia a faccia. "Stavo facendo una performance davanti al Museo delle Cere di Hollywood quando, in mezzo alla gente, individuo due guardie del corpo di Jackson. A furia di studiare le sue immagini in tivù, ho imparato anche le loro facce. Mi tremano le gambe perché penso, lui è qui, stavolta mi rovina. Invece si è avvicinato e mi ha detto: "Mi hanno parlato di te. Hanno ragione. Sei proprio bravo”". Edward racconta l’aneddoto rifacendo la vocina lagnosa di Michael Jackson. Il quale, tra l’altro, al processo non ha ancora aperto bocca. Paola Jacobbi