varie, 30 marzo 2005
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PaduraFuentes Leonardo
• l’Avana (Cuba) 1955. Scrittore. «[...] è noto, a chi ama la letteratura sudamericana e quella poliziesca, per Mario Conde, combattuto tenente di polizia protagonista del ciclo Quattro stagioni - Maschere , Paesaggio d’autunno, Passato remoto e Venti di Quaresima - oltreché per il romanzo breve Addio Hemingway , in Italia editi da Marco Tropea Editore. [...] ”L’amicizia è tema sul quale torno frequentemente, la ritengo una delle grandi conquiste dell’uomo e, allo stesso tempo, tra le più fragili. [...]”. Conde è figlio, frutto di una società comunista, esente dal Male e ”ideologicamente pura”, eppure si evince che è critico verso il sistema per il quale lavora... ” nato come esperimento di laboratorio, volevo cimentarmi in un poliziesco, mai avrei pensato sarebbe divenuto una serie. Sapevo dover essere un poliziotto ma non come quelli dei polizieschi cubani attuali, ligi, puliti, tutti uguali, volevo che avesse comportamenti normali, che fosse, quello sì, incorruttibile. Gli avrebbe permesso di essere credibile nelle sue critiche. Attraverso i suoi occhi si doveva vedere il mondo cubano vero, non poteva essere mentalmente limitato. Questo era lo scheletro, la carne sono gli amici, l’amore, le storie. Addio Hemingway mi ha aiutato a superare la fase di stallo avuta durante la stesura di Il romanzo della mia vita. [...] Ho scritto Addio Hemingway, 150 pagine nate con così tanta facilità che, con decenza parlando, pensavo fossero una vera merda. Messa la parola fine ho capito che per Il romanzo della mia vita dovevo ricorrere al meccanismo del gioco di specchi [...] Come lettore non mi sono mai fermato agli autori di polizieschi. Quelli cubani, poi, li trovo di qualità bassissima, il contenuto politico schiaccia la storia. I miei modelli sono stati Hammett e Chandler, non sicuramente Agatha Christie. Pepe Carvalho di Vasquez Montalban è stato il primo a trovare in lingua castigliana una via originale al poliziesco, gliene sarò sempre grato. Rubem Fonseca che, più di Amado, ha mostrato il vero volto del Brasile metropolitano. I maestri sudamericani. Alejo Carpentier, Garcia Marquez, Cortazar, Vargas Llosa. I sei problemi per don Isidro Parodi di Borges e Bioy Casares. Cabrera Infante. Lezama Lima [...]. Il mondo ha un profondo lato oscuro fatto di crimini, sangue, droga, prostituzione, omicidi, violenza ma occorre credere ci sia assolutamente dell’altro. I lettori, affermava Cortazar, si dividono in maschi e femmine. Bene, il lettore di polizieschi è maschio perché vuole penetrare la storia così come, senza offesa per le femministe, l’uomo la donna”» (Paolo Zaccagnini, ”Il Messaggero” 29/3/2005).