27 marzo 2005
Tags : Osman. Rabei
Rabei Osman
• Nato a Alazizya-Samnoud (Egitto) il 22 luglio 1971. Terrorista. «Prima o poi, come dice l’’amico del profeta Al Bukari, entriamo in Turchia, a Costantinia, e in altri paesi dei nemici di Dio, compresa Roma. Entriamo, Roma, Roma, se Dio vuole entriamo, anche a Roma. apriamo Roma con quelli dell’Olanda”. Quando alle 18,37 del 29 maggio 2004 agenti della Digos di Milano captano con le cimici ambientali questa invocazione in un appartamento di via Cadore, provano un brivido lungo la schiena. Il loro uomo, Osman Rabei, nome in codice ”Mohamed l’egiziano”, sta preparando qualcosa di grosso. Appena tre giorni prima, il 26 maggio, parlando con un giovane palestinese, si era attribuito la strage spagnola dell’11 marzo, 191 vittime e 1.400 feriti: ”L’attentato di Madrid è stato un mio progetto e quelli che sono morti martiri sono miei carissimi amici”. Non c’è tempo da perdere. I riferimenti sono precisi. ”Mohamed l’egiziano” cita uno dei detti del profeta Maometto: il trionfo dell’Islam sarebbe passato prima attraverso la conquista di ”Costantinia”, cioè Costantinopoli, ora Istanbul, e poi di Roma. Istanbul è da poco stata scossa, nel novembre 2003, da micidiali autobombe, con un bilancio di 55 morti. ora la volta di Roma? Del Vaticano? Del ”simbolo della cristianità”, come teme il pm Maurizio Romanelli? Bisogna intervenire subito. Il 7 giugno ”Mohamed l’egiziano” è arrestato. [...] Spagna, Belgio, Francia e Germania, luoghi dove ha vissuto e ha molti amici [...] classe 1971, è ”membro dell’organizzazione terroristica Jihad islamica egiziana, spina dorsale di Al Qaeda”. Insomma, un leader spedito in Europa con il compito di portare la jihad, la guerra santa, e reclutare kamikaze per l’Iraq. Lui si è fatto le ossa nell’esercito del suo paese per cinque anni, tre di leva e due come volontario. Allarmante il periodo trascorso a Porto Said, nella Brigata degli esplosivi. Preoccupanti certi suoi intrecci europei che fannno meglio capire il senso della frase ”apriamo Roma con quelli dell’Olanda”. L’attacco sulla capitale avrebbe dovuto essere portato da qualcuno della cellula olandese, probabilmente la stessa responsabile [...] dell’assassinio del regista Theo Van Gogh, e in contatto con quella belga, a sua volta collegata a Osman Rabei. Ecco infatti che a Scharbeek, a poca distanza da Bruxelles, in simultanea con il fermo milanese di Mohamed, viene bloccato anche Chabarou Mourad, suo adepto, un passato vissuto in Spagna con Rabei, nonché aspirante suicida in Iraq. [...] Olanda, Belgio, Italia, Spagna. sempre più sottile il filo che lega Rabei a ”una rete estremistica in ambito europeo, di cui è elemento di spicco, certamente riconducibile ad Al Qaeda”. In continuo movimento per indottrinare e assoldare nuove leve pronte per azioni di martirio. Dal ’99 al 2001 Mohamed è in Germania, tra il 2002 e il 2003 si divide tra Parigi e Madrid. Qui fa seguaci: Sarhane Fakhet, detto ’il Tunisino’, Basel Ghalyoum, Fouad El Morabit e Khaled Zeimi Pardo: il primo ritenuto il capo del commando dell’11 marzo alla stazione di Madrid, morto suicida, insieme ad altri sei compagni, il 3 aprile 2004, durante l’assalto della polizia spagnola a Laganes; il secondo sarebbe uno degli autori materiali dell’eccidio (identificato da un teste, avrebbe piazzato l’esplosivo in uno dei quattro treni mortali); gli altri due, coinvolti e arrestati. ”Sono solo amici di moschea”. Così si difende Rabei. E ancora: ”Il progetto di attentato? Non ho detto quella frase”. Ma contro di lui ci sono pesanti indizi. Una donna lo ha riconosciuto tra i terroristi che in un rustico a Morata de Tajuna, presso Madrid, hanno confezionato i mortali ordigni. Lo stesso Mohamed, in una intercettazione, confessa: ”Sono stato nel mese tre (quindi marzo, ndr) in Spagna, andato e tornato”. [...]» (Leo Sisti, ”L’Espresso” 31/3/2005).