Varie, 26 marzo 2005
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WAINWRIGHT Rufus Rhinebeck (Stati Uniti) 22 luglio 1973. Cantante. Autore • «[…] figlio d’arte sia per parte di padre (Loudon Wainwright III) sia di madre (Kate McGarrigle), fratello della cantautrice Martha Wainwright, […] scrive canzoni ricche di orchestrazioni e di melodie sontuose
WAINWRIGHT Rufus Rhinebeck (Stati Uniti) 22 luglio 1973. Cantante. Autore • «[…] figlio d’arte sia per parte di padre (Loudon Wainwright III) sia di madre (Kate McGarrigle), fratello della cantautrice Martha Wainwright, […] scrive canzoni ricche di orchestrazioni e di melodie sontuose. Pop teatrale, pop operistico, rock orchestrale: ogni definizione sembra stare stretta a questo cantautore di talento […] ha scritto colonne sonore e recitato nei film The Aviator e Heights. […] è stato di spalla ai concerti italiani dei Keane […] Nella copertina del suo primo disco […] vestiva come Lancillotto. […] ”[…] sin da bambino sono stato affascinato dal mito di Re Artù e dallo stile dei racconti fiabeschi. Prima di scrivere Want one e Want two ho subìto una sorta di mutazione, mi sono detto: ”Ho 30 anni, ho sempre desiderato vestirmi da donna, e ora lo faccio anche se solo per la copertina di un disco’. nella migliore tradizione del rock and roll e oggi non viene praticato anche perché la musica pop è incredibilmente sessista”. […]» (Carlo Moretti, ”la Repubblica” 26/3/2005). «[...] Elton John lo considera - e ci tiene a sottolineare: senza esagerazione - il miglior songwriter di tutto il pianeta, i REM lo seguono ai concerti appena possibile, Sting lo reputa il talento più sofisticato in circolazione. Figlio di due luminari della musica folk americana - Loudon Wainwright III e Kate McGarrigle - ha cominciato a suonare il piano a 6 anni, a 13 già era in tour e da lì in poi ha accumulato una sfilza di premi e riconoscimenti da parte di chi conta ma, in definitiva, non compra. [...] ”Sono estremamente onesto se dico che sono un talento. Alla fine ho imparato ad accettarlo. innegabile, anche per chi non ama la mia musica. Io cammino, mi muovo, respiro musica. Sono sempre in stato di ricezione. La mia religione è l’opera. Entro i miei trent’anni ne comporrò una, percorrendo la strada dei compositori del passato”. Ha debuttato con un album omonimo nel ”98 che tracciava le coordinate della nuova categoria con la quale si poteva definire la sua musica: popera, ossia pop d’inclinazione classica, con arrangiamenti sinfonici, melodie gloriose sorrette da strutture colte eppure immediate, un melodramma che mescola l’opera italiana e francese, il musical di Broadway, a volte il Vaudeville. Il tutto, aggiunta che non guasta, esposto da un viso che gli permette di sbarcare il lunario prestandosi al mondo della moda. Nel 2001 l’album Poses lo impose alle orecchie più attente, ma il suo nome lo scorreva di fretta tra i titoli di coda chi vedeva Shrek (dove Wainwright cantava una versione di Hallelujah di Leonard Cohen), o Moulin Rouge [...] Nel 2003 Want One, prima parte brillante e positiva di una toccante opera in più tempi anticipava Want Two [...] sequel lirico e struggente contenente tutta la fragilità del giovane Wainwright. Rufus non è scampato al destino che spetta ad ogni accostamento di genio e sregolatezza. Ha toccato il fondo ed è tornato da un periodo di riabilitazione: ”Quando lo star system si accorge di te tutti ti lodano e ti offrono qualcosa. Sei lusingato e accetti, pensando di essere forte, finché tutto diventa surreale. Ora so che la mia soddisfazione non può derivare esclusivamente dal consenso altrui e che il più grande peccato che si può commettere nei confronti della vita è annoiarsi”. Infatti, in un suo concerto non ci si annoia, anzi sembra di stare al parco giochi del talento, con lui che solleva e atterrisce il pubblico, suona il piano e la chitarra e canta come se l’errore non fosse nemmeno contemplato come imprevisto. [...]» (Simona Orlando, ”Il Messaggero” 29/5/2005).