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 2005  marzo 26 Sabato calendario

AKAYEV Askar

AKAYEV Askar Kyzyl-Bairak (Kyrgyzstan) 10 novembre 1944. Politico. Presidente del Kyrgyzstan dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, fu costretto alla fuga dalll’insuerrezione del marzo 2005. «[…]. Era un fisico con una certa reputazione […] aveva lavorato con Andreji Sakharov, in America era visto come una delle speranze del riformismo centroasiatico […]» (Marshall Goldman, ”la Repubblica” 25/3/2005). «La reggia segreta della famiglia Akayev, dieci chilometri dalla capitale, si vede anche dalla piazza centrale di Bishkek. Enorme, di marmo bianco, in stile vittoriano. Tutti credevano fosse la nuova sede del museo storico e della pinacoteca. Il padre-padrone del Kirghizistan post sovietico aveva deciso invece di tenerla per sé. La villa a tre piani, 7 mila metri quadri su 8 ettari di terreno recintato da un muro alto 4 metri, sarebbe stata finita in giugno. La signora Mairam Akayeva, presidente reale del Paese retto dal marito, non ci entrerà mai. Aveva disegnato personalmente i 3 laghi artificiali, le 2 piscine termali, la sala da ballo, i salotti, le quattro sale da pranzo con altrettante cucine. Mentre il suo popolo viveva con stipendi da 40 dollari al mese e pensioni da 25, lei aveva previsto due serre per avere rose ed orchidee fresche ogni giorno. […] La rivelazione del tesoro di Akayev, […] è stata la scintilla che ha fatto esplodere la rivolta popolare. Si mormorava che l’ex segretario generale del Pcus sovietico, riciclato democratico, in 15 anni avesse accumulato una fortuna. La dimensione, denunciata dal quotidiano dell’opposizione ”Limon” grazie ad una soffiata dei servizi segreti, ha però superato le attese. […] la signora Mairam […] aveva prenotato il più lussuoso ristorante della capitale, il ”Dasmià” per festeggiare con 600 invitati l’elezione al parlamento della figlia Bermet. La vittoria del figlio Aidar era stata bagnata invece a Parigi, con cisterne di champagne. Un simile sfarzo, mentre nei villaggi si tira avanti a pane e thé, ha guidato la folla all’assalto ai palazzi del potere e alla razzia nei negozi. Non bastasse, il ministero degli Interni si è lasciato sfuggire […] l’elenco delle proprietà della famiglia Akayev. Si è scoperto così che il presidente ex comunista aveva una concezione del tutto personale della professata uguaglianza: non c’erano differenze tra la gente perché tutto apparteneva a lui. La figlia Bermet, […] sposata al più ricco uomo d´affari del Kazakhstan, grazie alle privatizzazzioni si era vista intestare da mamma e papà cementifici, zuccherifici, l’aeroporto della capitale, distillerie, supermercati, catene di distributori di benzina, radio, tivù e giornali, stazioni sciistiche e società telefoniche. Il figlio Aidar, […] trionfatore al voto-truffa, possedeva invece il resto: banche, alberghi, società telematiche, allevamenti, centinaia di ettari di campagna, treni e stazioni, i quartieri d’elité a Bishkek, Osh e Jalal-Abad, industrie chimiche, centrali elettriche. Un’appropriazione sistematica di ogni bene pubblico, a prezzi stracciati, terminata […] con una colossale fuga all’estero di capitali diretti verso Cipro, Russia e Kazakhstan. […]» (gp. v., ”la Repubblica” 26/3/2005).