Brunella Schisa, "Il venerdì" 25/3/2005, pagina 87., 25 marzo 2005
Erbe usate dai Romani: il pungitopo si mangiava, col basilico si curava la nausea. Erano curativi anche salvia, rosmarino e limone, mentre per la cucina si usavano alloro, aneto, timo, cumino, maggiorana e coriandolo
Erbe usate dai Romani: il pungitopo si mangiava, col basilico si curava la nausea. Erano curativi anche salvia, rosmarino e limone, mentre per la cucina si usavano alloro, aneto, timo, cumino, maggiorana e coriandolo. Dall’Oriente s’importavano cannella, zenzero, chiodi di garofano e pepe per conservare le carni. Il sale era sostituito dal garum, salsa ottenuta facendo macerare gli scarti di pesce e poi filtrata. Per dolcificare si utilizzava il miele. Le insalate erano a base di lattuga, cavoli, rucola, cicoria, cardi, carote, indivia e asparagi: si lavavano e conservavano con l’aceto. Molto coltivata la vite, ma dagli studi risulta che su cento litri di mosto prodotto solo un terzo diventava vino: il resto era trasformato in aceto e sapa (un mosto cotto in cui si conservava la frutta), oppure in un vino medicinale, ottenuto immergendovi erbe, con cui si curava dissenteria, mal di gola e insonnia. Mangiavano inoltre poca carne bovina, stagionavano e affumicavano la carne suina, sapevano preparare salsicce e prosciutti, consumavano una gran quantità di legumi, pesce, olive, datteri, cereali e dolci.