Giovanni Gagliardi, "repubblica.it" 24/3/2005., 24 marzo 2005
Chimici del dipartimento dell’Agricoltura americano hanno scoperto che una forma di cellulosa solubile, chiamata Hpmc, aggiunta ai cibi, ne riduce l’assorbimento dei grassi da parte dell’organismo
Chimici del dipartimento dell’Agricoltura americano hanno scoperto che una forma di cellulosa solubile, chiamata Hpmc, aggiunta ai cibi, ne riduce l’assorbimento dei grassi da parte dell’organismo. L’esperimento: le cavie per quattro settimane hanno avuto un menù equivalente al tipico fast food americano. Un secondo gruppo di animali è stato invece nutrito in modo più sano. Alla fine, il primo gruppo di animali era diventato insulino-resistente (una fase che precede lo sviluppo del diabete di tipo II), mentre il secondo era ancora in ottima salute. L’esperimento è stato ripetuto aggiungendo l’Hpmc alla dieta del gruppo di animali nutriti male: dopo quattro settimane erano ancora sani. Secondo i ricercatori l’Hpmc rallenta l’assorbimento dei grassi. Inoltre la sostanza favorirebbe il transito dei grassi verso il tessuto adiposo, dove vengono accumulati. Quando, invece, si segue un’alimentazione scorretta, i grassi arrivano a cuore, fegato e pancreas, dove favoriscono lo sviluppo di malattie.