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 2005  marzo 25 Venerdì calendario

MOHAMMED VI (Mohammed Ben Al-Hassan).

MOHAMMED VI (Mohammed Ben Al-Hassan) Rabat (Marocco) 23 agosto 1963. Re del Marocco (dal 1999) • «[…] una ricchezza valutata intorno agli 80 mila miliardi di lire (due volte il debito estero del suo Paese). […] studi in legge […] dottorato conseguito in un’università francese […] stage alla Commissione europea sotto gli occhi di Jacques Delors […] venti palazzi, sparsi da Agadir a Tangeri […] “sovrano costituzionale di diritto divino” […] Il suo modello è re Juan Carlos di Spagna […]» (“Sette” n. 14/2000) • «[...] Da quando suo nonno, Mohammed V, decise di rinnovare la forma dello Stato, il sovrano del Marocco è diventato un re, vale a dire un cugino di quelli che ancora regnano in Europa. Ed è certamente un re moderno, dominato dal desiderio di promuovere il progresso del suo Paese [...] Mentre il padre Hassan partecipava attivamente alla vita internazionale e non perdeva occasione per fare ambiziosi discorsi politici, il figlio ha fatto un pellegrinaggio privato alla Mecca subito dopo l’ascesa al trono, un paio di visite di Stato all’estero e rari discorsi. Preferisce restare in patria e passare da una città all’altra per tagliare il nastro di una nuova opera pubblica o verificare il progresso di un progetto industriale. Secondo la costituzione, tuttavia, i suoi poteri sono potenzialmente assoluti. L’articolo 19 della Carta dice che “il re, Comandante dei credenti, Rappresentante supremo della nazione, Simbolo della sua unità, Garante della perennità e della continuità dello Stato, veglia al rispetto dell’Islam e della Costituzione. È il protettore dei diritti e delle libertà dei cittadini, gruppi sociali e collettività. Garantisce l’indipendenza della nazione e l’integrità territoriale del Regno nelle sue frontiere autentiche”. Esistono i ministri, naturalmente, e un Premier che dirige le loro riunioni. Ma il Consiglio dei ministri, quando si riunisce (due o tre volte all’anno), è presieduto dal sovrano, e nessun disegno di legge può essere inviato al Parlamento senza la sua approvazione. Accade così che le decisioni politiche vengano prese a Palazzo reale in riunioni più o meno ristrette. Mentre nelle monarchie costituzionali europee il re “regna ma non governa”, in quella marocchina il re preferisce governare e ridurre al minimo indispensabile le tradizionali funzioni protocollari di un monarca. [...]» (Sergio Romano, “Corriere della Sera” 15/5/2010).