Meo Ponte, "la Repubblica" 23/3/2005, pagina 28., 23 marzo 2005
Il giudice di Alessandria ha riconosciuto il danno biologico da trauma sul lavoro (pari a un’invalidità del 6 per cento) a Domenico De Vito, la persona che dovette ricomporre i corpi di Susy Cassini e il figlioletto Gianluca, uccisi da Erika e dal fidanzato Omar
Il giudice di Alessandria ha riconosciuto il danno biologico da trauma sul lavoro (pari a un’invalidità del 6 per cento) a Domenico De Vito, la persona che dovette ricomporre i corpi di Susy Cassini e il figlioletto Gianluca, uccisi da Erika e dal fidanzato Omar. Quando i cadaveri furono trovati, lo stesso procuratore capo di Alessandria Carlo Carlesi dovette ricorrere al conforto di un cordiale per ispezionare la scena del delitto. Domenico De Vito raccolse tra le braccia il corpo del bambino e da quel giorno (21 febbraio 2001) rimase traumatizzato: «Da quella notte vivo in una nuvola nera, in un incubo che comincia ogni volta che chiudo gli occhi. Nel buio sento la manina di quel bimbo che mi accarezza i capelli, lo rivedo mentre lo sollevo dalla vasca insanguinata, sogno di metterlo nel ghiaccio e ho addosso il peso di tutto il male che ho respirato in quella casa». All’inizio sembrava aver dimenticato, ma il trauma venne fuori quando il recupero di una donna morta per incidente: smise di dormire, aveva attacchi di pianto, chiese di cambiare lavoro e fu licenziato. In quel periodo si costruì pure una baracca in un boschetto, dove si rifugia nei momenti più difficili.