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 2005  marzo 23 Mercoledì calendario

PAOLINI

PAOLINI Gabriele Milano 12 ottobre 1974 • «[...] il più grande, il più forte, il più ardito, il più seriale disturbatore della storia televisiva certamente italiana, ma forse anche planetaria, essendosi un giorno ripromesso, intellettuale occhialuto e dai lunghi capelli, di entrare nel Guiness dei Primati [...] i telespettatori l’hanno seguito giorno dopo giorno, interruzione dopo interruzione, nel suo epico romanzo d’adolescenza infuocata e poi di stralunatissima maturità, sempre spuntando dal nulla alle spalle di giornalisti, conduttori, politici. C’è stata la fase del ciao-ciao, poi quella delle boccacce, quella del condom (pure esibito in forma di collana), degli strilli, dei manifesti, delle porcherie. Decine e decine di processi, botte, sgomento, follia. [...] Nei manuali di comunicazione è già presente come prototipo del Protagonista Inatteso. L’unica cosa un po’ triste, almeno per i suoi fans, è che ha detto di aver guadagnato 130 mila euro per tutti i suoi show. Non è moltissimo, ma pur sempre una mancia da parte di quel sistema che sembrava volesse sabotare» (Filippo Ceccarelli, ”la Repubblica” 21/10/2009) • «[...] è l’uomo con i capelli lunghi neri che sbuca dietro i giornalisti tv nelle dirette. Si definisce un ”inquinatore televisivo” • [...]» (’Corriere della Sera” 9/3/2006). « quel signore che si piazza davanti a qualsiasi telecamera accesa per farsi riprendere; un tempo sventolava un preservativo. La sua presenza è oltremodo molesta, odiosa, da vero mitomane. Nei suoi confronti sono state tentate tutte le strategie di annientamento: i più lo ignorano, Paolo Frajese durante i mondiali di Francia gli rifilò un solenne calcione, Giancarlo Magalli lo insultò in diretta […] Tutto inutile: Paolini è uno spaventoso incubo abbandonato a se stesso. Ma rappresenta anche un bel paradosso, oltre che un caso umano. il personaggio più detestato della tv italiana, l’unico che tenta in maniera furibonda di entrarvi, trovando solo porte sbarrate. In una tv che ha sdoganato tutti e dove persino gli assassini rei confessi trovano il loro quarto d’ora di celebrità, l’interdizione vale solo per lui. […]» (Aldo Grassso, ”Sette” n. 12/2000) • «Dopo anni di appostamenti in ogni luogo liturgico da diretta tv Gabriele Paolini ha finalmente raggiunto il suo scopo. Un giudice lo ha condannato per ”interruzione e turbativa di pubblico servizio”. Il giovane ha la vocazione all’automartirologio, sicuramente non sarà la minaccia di quei tre mesi di carcere a farlo desistere dal continuare imperterrito ad alimentare, giorno dopo giorno, la sua ansia di esistenza. Per lui vivere significa rubacchiare inquadrature dietro alle spalle di impassibili telegiornalisti in diretta. Il giudice di Roma Stefania Castagnoli ha inflitto la pena per un’incursione in un Tg della Rai, la sentenza apre un interessante dibattito: a chi appartiene lo spazio delimitato da un’inquadratura? Il Paolini è sicuramente un megalomane, indossa la collana di preservativi solo per richiamare ulteriore attenzione sulla sua capelluta persona. Qui non c’entrano le battaglie civili, se il figurante abusivo scoprisse che una collana di teste d’aglio o di scamorze fosse più utile al suo delirio d’apparire se la infilerebbe, gettando senza rimpianti i condom alle ortiche. [...] Si può far parte della ”gente” di sottofondo a un collegamento della tv solo se la nostra presenza non disturba la rappresentazione, ma è funzionale alla stessa. Paolini però rompe le scatole, rovina l’atmosfera. Non si è fermato mai, neppure di fronte ai disastri, ai morti, ai funerali. Non c’è lacrima catodica, crisi politica, cronacaccia o telepettegolezzo che non porti impresso come bollino di qualità qualche frame della sua nera silhouette. I conduttori temono come la peste il suo fiato sulla nuca, i cartelli ingiuriosi che brandisce, l’onta della profilattica ostentazione. [...]» (Gianluca Nicoletti, ”La Stampa” 10/5/2005) • Nel 2006 la Corte di Cassazione gli ha assegnato «la patente di ”molestatore” [...] La Suprema Corte ha affrontato il caso di un collegamento Rai da Palazzo Chigi, nel corso del quale Paolini si era posto alle spalle del giornalista con un cartello recante una scritta offensiva verso Pippo Baudo. Secondo la Cassazione le intrusioni di Paolini nelle dirette televisive sono vere e proprie molestie. Per effetto di questa decisione Paolini dovrà pagare una ammenda di 240 euro oltre a risarcire i danni in favore della Rai» (’la Repubblica” 9/3/2006) • «L’assoluzione di Gabriele Paolini, quel signore che si piazza davanti a qualsiasi telecamera accesa per farsi riprendere, ha qualcosa di sconcertante. La sua insistenza a ”entrare” nel mondo televisivo è sfacciatamente insopportabile: molesta, odiosa, da vero mitomane. A uno così, in sede di giustizia, dovrebbe essere interdetto per sempre il video. Così la pensavano in molti e invece il giudice del tribunale di Roma, Gennaro Francione, lo ha assolto perché il fatto non costituisce reato: le ripetute incursioni in tv non sono indisponenti. Non solo: dati auditel alla mano, contribuiscono ad alzare gli indici di ascolto dei programmi che ospitano i suoi blitz. In ogni caso sono una libera manifestazione del diritto di critica che non reca danno a nessuno, a cominciare dalla Rai. Una decisione spiazzante, dicevamo, che potremmo definire di ordine estetico. [...]» (Aldo Grasso, ”Corriere della Sera” 21/4/2007).