22 marzo 2005
Tags : Lisa. Fittko
Fittko Lisa
• Nata a Uzhorod (Ucraina) il 23 agosto 1909, morta a Chicago (Stati Uniti) il 12 marzo 2005. «[...] aveva salvato la vita a centinaia di ebrei e oppositori al regime nazista, aiutandoli a passare clandestinamente la frontiera tra Francia e Spagna. Tra il 1940 e il 1941, per sette mesi, Lisa - insieme al marito Hans - aveva guidato gruppi di esuli attraverso i Pirenei, creando un itinerario poi ribattezzato ”la via F”. Tra gli intellettuali che riuscirono a mettersi in salvo grazie ai coniugi Fittko, anche il filosofo Walter Benjamin. La Fittko ha raccontato le sue memorie nel libro La via dei Pirenei, edito in Italia da manifestolibri» (’Corriere della Sera” 22/3/2005). «Nelle memorie di centinaia di persone scampate alla persecuzione nazista è spesso presente il riferimento a una via di fuga attraverso i Pirenei, nome in codice: ”F-Route”. Per anni nessuno ha saputo cosa si nascondesse dietro a quella ”F”. Il mistero venne svelato quando nel 1982 uscì in Germania la prima parte delle memorie di una ebrea tedesca, Lisa Fittko. Raccontava il suo tentativo di salvare la vita del filosofo Walter Benjamin facendolo scappare nottetempo attraverso un sentiero che da Banyuls sur Mer passava sui Pirenei fino ad arrivare al confine con la Spagna. Seguì nell’85 Mein Weg ueber die Pyrenaeen. Erinnerungen 1940-41, memorie di una donna eccezionale, dotata di una umanità e un coraggio fuori dal comune. Il libro è stato pubblicato nel 2000 da manifestolibri per la traduzione di Sarina Reina, col titolo La Via dei Pirenei. [...] stata una donna d’azione e gli unici suoi due libri non sono il prodotto di un esercizio letterario ma nascono dall’urgenza di lasciare una testimonianza scritta di un impegno politico, etico e civile oggi forse impensabile. Nei suoi due libri, La Via dei Pirenei e Solidariteat unerwuenscht (Solidarietà sgradita, ’92) Lisa Fittko ricorda la sua attività di militante nella resistenza contro il nazifascismo e poi la sue esperienza di esule nel nuovo mondo. Nata nel 1909 a Uzhorod (odierna Russia), era cresciuta a Vienna, per emigrare poi a Praga e Berlino. La sua attività politica la costrinse a lasciare nel 1933 la Germania, per 15 anni visse in esilio tra Svizzera, Olanda, Francia e Cuba. Con singolare immediatezza e grande carica comunicativa, nei suoi libri Lisa Fittko ripercorre alcuni episodi della sua vita avventurosa. Pagine di storia che avrebbero altrimenti corso il rischio d’andare perse nell’oblio. La ”sua” via attraverso i Pirenei ci riporta agli anni 1940-41 durante i quali Fitto, dopo essere finita nel campo di concentramento femminile di Gurs, riesce a fuggire e a organizzare con il marito Hans il salvataggio di centinaia di esuli, che vennero aiutati a passare il confine francese, attraverso un sentiero sui Pirenei. Profughi illustri, politici, intellettuali, comuni perseguitati, raggiunsero la Spagna grazie all’aiuto di Lisa e Hans Fittko, gente che una volta arrivata in Portogallo si sarebbe conquistata la libertà oltreoceano. Solo uno si arrese troppo presto. Walter Benjamin. Infine anche Hans e Lisa riuscirono a sfuggire a quella tremenda ”trappola” che andava chiudendosi sempre più inesorabilmente intorno a loro. Con l’aiuto dell’Emerescu, l’Emergency Rescue Committee costituito da Varian Fry rangiunsero Cuba. I suoi libri sono stati tradotti in inglese, tedesco francese e giapponese. In Germania La Via dei Pirenei è da anni un testo scolastico. In chiusura del suo libro Lisa Fittko scriveva ”Alcuni dei nostri amici americani ci domandano: come potete desiderare di tornare in Germania? Dopo tutto quello che vi hanno fatto? Quello che i nazisti ci hanno fatto ci obbliga a ritornare. Abbiamo aspettato questo momento per tutto il tempo dell’esilio. I combattenti della resistenza devono contribuire a estirpare le radici del fascismo, a condannare i colpevoli. Gli Alleati hanno ’vinto’ la Germania. Soltanto noi possiamo ’liberare’ la Germania dal fascismo”. E a chi le chiedeva ormai novantenne quale fosse la sua patria, seguitava a rispondere: ”la mia casa è questa, qui a Chicago. Il sogno di pace e libertà può vivere ovunque”» (Elisabetta D’Erme, ”il manifesto” 22/3/2005).