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 2005  marzo 21 Lunedì calendario

SCHIAVO Terri (Theresa Marie Schindler) Huntingdon Valley (Stati Uniti) 3 dicembre 1963, Pinellas Park (Stati Uniti) 31 marzo 2005

SCHIAVO Terri (Theresa Marie Schindler) Huntingdon Valley (Stati Uniti) 3 dicembre 1963, Pinellas Park (Stati Uniti) 31 marzo 2005. Nel marzo 2005 fu suo malgrado la protagonista di una battaglia sull’eutanasia (il marito Michael a favore, i genitori contro). «[…] conosce Michael nel 1983. Sono entrambi camerieri in un fast food di Philadelphia, lavorano e studiano, perché le loro famiglie non navigano nell’oro. I due ragazzi (hanno entrambi vent’anni) si sposano nel novembre 1984. I genitori di Terri vanno a vivere in Florida […]. Gli sposini li raggiungono, perché non ce la fanno a pagarsi una casa. Per un anno vivono tutti insieme, poi Michael e Terri, che hanno lavori saltuari, affittano una casa a Saint Petersburg, con sostanzioso contributo degli Schindler. Il 25 febbraio 1990, l’infarto di Terri. I fatti accertati sono questi. Poi c’è il resto. […] L’America è piena di Terri Schiavo stese in un letto dal quale non si alzeranno più. Ma un odio così, non c’è da nessuna altra parte. […] Nel 1997 gli Schindler ricevono una lettera dall’avvocato George Felos, nella quale si annuncia che Michael Schiavo, in quanto tutore di Terri, ha deciso di rimuovere il tubo che nutre e tiene in vita sua moglie. Il messaggio è chiaro, a cominciare dal nome del mittente. Felos è un nome famoso, è un avvocato che a partire dal 1991 ha seguito 25 casi di eutanasia. autore di un libro, La legge come pratica spirituale, nel quale dice esplicitamente come la pensa sull’argomento. […] Michael ha sempre detto che sta eseguendo un desiderio di Terri […]. I tentativi di conciliazione falliscono. Rimangono solo sgarbi reciproci, Michael che proibisce agli Schindler di visitare la figlia, accuse pesanti ed insulti a mezzo stampa. I media americani infatti scoprono questa storia nel 2001, con il primo ”tentativo” di rimozione del tubo. in quel momento che gli Schindler, famiglia ”moderatamente cattolica” […] decidono di mettersi sotto l’ala dei gruppi cristiani, e la lotta diventa senza esclusione di colpi […] Dal 2002, gli Schindler si affidano a David Gibbs III, avvocato, ma soprattutto membro del board della ”Christian law association”, nonché leader del gruppo ”Citizens for decency”, cittadini per la decenza, che ha ottenuto significative vittorie contro il nudismo in Florida. Iniziano i dossier contro Schiavo. Il giudice Greer li respinge tutti. Ma sono insinuazioni che rimbalzano su Internet, rielaborate dagli attivisti. Davanti al Woodside hospice circolano volantini che raccontano ”con prove certe” di come Schiavo abbia tentato di iniettare insulina a Terri, uno striscione fa riferimento ad una sua presunta schizofrenia, un altro ad un suo tentativo di stupro» (Marco Imarisio, ”Corriere della Sera” 21/3/2005). «[...] il quattordicesimo giorno, quel che restava della signora Terri Schindler Schiavo morì, lasciando ai credenti la speranza della resurrezione e ai non credenti il ricordo di quel sorriso misterioso. [...] un’agonia per fame e sete che ha fatto gridare parole mostruose come ”tortura”, che ha scatenato reazioni violentissime dal Vaticano, che ha sollevato manifestazioni di religiosità medioevali da flagellanti e diviso non l’America della politica, ma l’America delle coscienze individuali [...] la domanda è: ”perché”? Quale urgenza, quale imperativo, quale ragione di Stato, hanno imposto che fosse spenta una donna mentalmente devastata, ma biologicamente fortissima, che aveva resistito tre lustri in uno stato di dipendenza che raramente, dicono gli specialisti, si protrae così a lungo? [...] Osservava un docente di bioetica, il dottor Arthur Caplan, che il caso Schindler ha esposto ancora una volta la ambiguità umanissima di una nazione che si proclama religiosa all’80 per cento, ma di fronte alla vecchiaia, alla malattia grave, alla fine della vita, ”sembra riporre la propria fede più nella tecnologia che nel Signore”. E mentre proclama la sua apparente certezza nella morte come passaggio a miglior vita, si aggrappa freneticamente a ogni siringa o a ogni macchinario. [...]» (Vittorio Zucconi, ”la Repubblica” 1/4/2005). «[...] La copertura mediatica dell’amabile giovane donna dal cervello irrimediabilmente danneggiato è stata talmente continua e incessante che nessuno ha potuto sottrarsi all’immagine confusa di quella donna, seduta in poltrona, dall’espressione gentile e vitale, ma dal cervello e dalle facoltà cognitive privi di vita. [...] i genitori di Terri Schiavo, descritti come fanatici religiosi in cerca di pubblicità. Forse lo sono stati. Di sicuro si sono illusi, ma chi può biasimarli per aver proiettato tutte le loro speranze, i loro affetti, i loro ricordi sulla loro bella figlia, una figlia che di per sé non ricordava nulla, non sentiva nulla e non aveva speranze, ma che tuttavia viveva e respirava e pareva addirittura sorridere? Perché avrebbero dovuto credere che il suo cervello era spento? Per loro Terri non era morta. Vi è poi la politicizzazione della tragedia clinica della Schiavo. Qualcuno ha fatto notare che mentre non è stato possibile disturbare il presidente Bush dopo che lo tsunami aveva ucciso così tante persone, egli è balzato fuori dal letto in pigiama per cercare di cambiare la legge che riguardava il calvario di quest´unica donna. Si è altresì fatto notare che il Congresso Repubblicano, impegnato a tagliare con l’accetta le risorse mediche destinate a centinaia di migliaia di americani sofferenti, era ossessionato dall’anima di quest’unica donna, che era al di là di qualsiasi aiuto possibile. E infine si è sottolineato che il potente rappresentante Repubblicano al Congresso Tom DeLay aveva definito ”barbarica” la decisione di staccare i tubi che mantenevano in vita Terri Schiavo, pur avendo egli rifiutato, insieme alla sua famiglia, di lasciare il suo stesso padre attaccato ai tubi una decina di anni fa. [...]» (Cathleen Shine, ”la Repubbllica” 1/4/2005).