Varie, 20 marzo 2005
BREMMER
BREMMER Brandenn Venango (Stati Uniti) 1990, Venango (Stati Uniti) 15 marzo 2005 (suicidio) • «[...] ”piccolo prodigio” [...] quoziente d’intelligenza 178, un ragazzo di 14 anni che a due leggeva, a tre suonava il pianoforte, a dieci aveva finito il liceo, e che aveva appena inciso il suo secondo cd. [...] Il suo tormento è sempre stato quello: l’incapacità di appartenere nello stesso tempo a due mondi diversi: quello degli adolescenti e quello degli adulti. Mancanza di normalità, isolamento. Che Brandenn, da un decennio celebre in tutto il Paese, avesse programmato i dettagli della sua morte lo conferma il foglio con le sue ultime volontà: ”Donate i mieri organi ai bambini malati”. [...] Nella città di Brandenn, Venango, nel Nebraska, quasi ai confini del Colorado [...] era conosciuto da tutti. Tutti sapevano di quanto fosse geniale e triste assieme. E per lui i coetanei provavano un po’ di invidia ma anche un bel po’ di solidarietà: non doveva essere cosa facile affrontare ogni giorno la vita da adulto in un corpo di bambino. Era il loro orgoglio, comunque. [...] Patti Bremmer, un’autrice di gialli [...] ”Mio figlio era felice. nato alcuni anni dopo le nostre prime due figlie, e si è rivelato subito come un bambino eccezionale. Ha imparato a leggere e a suonare il piano da solo. Quando ci siamo resi conto delle sue enormi doti, le abbiamo coltivate come abbiamo potuto. Ma non lo abbiamo mai spinto, neppure quando è diventato una celebrità, anzi abbiamo cercato di proteggerlo dall’assalto dei media”. Il marito, Martin, è un allevatore di cani. [...] ”In un certo senso - ricorda Patti - era un mistico. I media scrivevano di lui, ma non voleva pubblicità. Sovente pregava da solo. Non sapremo mai perché si è tolto la vita, non ha lasciato una lettera che ne spiegasse i motivi, nulla” [...]» (Ennio Caretto, ”Corriere della Sera” 20/3/2005).