Danilo Taino, ཿCorriere della Sera 4/1/2005, 4 gennaio 2005
Sulla gestione di questa emergenza si è aperta una partita strategica. Taino: "Ed è chiaro che l’America ha deciso di cogliere l’opportunità: questa volta la forza dei suoi muscoli servirà a guidare gli aiuti e, parallelamente, a cercare di rilanciare la sua reputazione di ”impero del bene” intaccata dalla guerra in Iraq specie nel mondo islamico
Sulla gestione di questa emergenza si è aperta una partita strategica. Taino: "Ed è chiaro che l’America ha deciso di cogliere l’opportunità: questa volta la forza dei suoi muscoli servirà a guidare gli aiuti e, parallelamente, a cercare di rilanciare la sua reputazione di ”impero del bene” intaccata dalla guerra in Iraq specie nel mondo islamico. ”Il fatto che sia una nazione musulmana - ha commentato Powell parlando dell’Indonesia - accresce l’importanza dello sforzo”". Rampini: "In quest’area del mondo non c’è solo l’Islam. Questo è il palcoscenico su cui si ”allarga” il nuovo rivale strategico dell’America. Perfino il critico ”New York Times” stavolta si compiace nel contare i punti che il maremoto fa guadagnare agli Stati Uniti: ”La nuova e crescente influenza della Cina in Asia, che secondo alcuni esperti è stata conquistata a spese nostre, sta mostrando i suoi limiti: l’aspirante superpotenza gioca un ruolo attivo ma secondario nella risposta alle devastazioni dello tsunami. La Cina è rimasta a guardare mentre le nostre navi militari raggiungevano velocemente quella zona, e gli elicotteri americani cominciavano a rifornire di cibo e medicine le aree più disastrate”".