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 2005  marzo 18 Venerdì calendario

Boonen Tom

• Mol (Belgio) 15 ottobre 1980. Ciclista. Campione del mondo 2005, nello stesso vinse Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix e due tappe al Tour. Nel 2006 rivinse il Giro delle Fiandre, nel 2008 bis alla Parigi-Roubaix, nel 2004 vinse la Gand-Wewelgem. «[...] ha nome da canzone, più che da corridore belga. di Mol, cittadina tra Charleroi e Anversa: non è né fiammingo né vallone, parla meglio l’inglese del francese, ed è figlio d’arte. Papà Andrè correva con Planckaert e contro Maertens, un umile gregario. Il ciclismo è fatica e la fatica di Boonen senior fu consolata da un paio di kermesse che di solito si vincono mettendosi d’accordo sui premi. Il malinconico e grigio ”pays plat” di Jacque Brel è l’orizzonte di Tom Boonen: ”Io vinco per mio padre”, dice Tom, ”per ripagarlo di tante sofferenze. Aveva messo le bici in garage e non le toccava mai”» (Leonardo Coen, ”la Repubblica” 26/9/2005). «[...] non vive solo di pane e bicicletta, ama la moda, il buddismo e lecanzoni. Dopo il Tour, in cui vinse due tappe, ha inciso un disco con i Panga Khan, gruppo di techno-dance [...] che pare abbia successo tra i belgi: non è una garanzia di qualità [...] A 22 anni era già professionista con Armstrong, a 24 vinceva venti corse in una stagione, a neppure 25 [...] ha centrato un trittico fenomenale: Fiandre, Roubaix e Mondiale. Prende corpo la previsione di Eddy Merckx, che l’aveva definito la grande promessa mondiale nelle corse in linea.Potente, veloce, un po’ folle, forse immaturo. Tra le cose che si porta in corsa c’è un ciondolo con un buddha, ai polsi alterna un ferma sudore rosso a uno verde (colore di cui è fanatico) e nello zaino tiene una pallina di peluche verde con la scritta Ninja che tira addosso ai compagni di squadra. Uno simpatico, un po’ fuori di testa. [...]» (m. ans., ”La Stampa” 26/9/2005). «Se il dio del ciclismo cercava un evangelista, non poteva scegliere meglio.Tom Boonen ha la scandalosa leggerezza, la folle spensieratezza e le infinite energie di chi, a 24 anni, spacca il mondo. Tom Boonen ha la potenza per vincere in volata e la forza per trionfare da solo, la resistenza per convivere con la fatica e la velocità per accorciare le distanze. Tom Boonen sa vincere come vuole, dove vuole, quando vuole. [...] è cresciuto a pane e ciclismo. La sua Betlemme si chiama Mol, nella regione di Anversa, la stessa dove sono nati i due più celebri Rik delle volate, Van Steenbergen e Van Looy. Il padre Andre ha corso da professionista per sei stagioni, una con i fratelli Planckaert, banditi dello sprint. Tom ècresciuto ascoltando le storie non di Biancaneve e Cenerentola, ma di Eddy Merckx e Freddy Maertens. In tv non guardava Il medico in famiglia, ma Johan Museeuw sul Muro di Grammont. E ha cominciato a correre né troppo presto né troppo tardi: a 13 anni. Semplicemente perfetto. [...] Altezza da basket (1,92) e muscoli da scultura, viso da attore e capelli a ciuffo d’erba, braccialetti e tatuaggi. [...]» (Marco Pastonesi, ”La Gazzetta dello Sport” 26/9/2005). «Trionfando a soli 24 anni nel Giro delle Fiandre, ha scatenato l’entusiasmo dei suoi sostenitori e la fantasia dei giornali, che l’hanno ribattezzato con soprannomi a effetto: Tornado Tom, La bomba Tom, Tom delle Fiandre... [...] viene considerato un sex symbol [...] ”Museeuw è stato un grande esempio. Ma non credo di avere appreso da lui la capacità di sopportare la pressione. Semplicemente, è qualcosa che ho dentro. [...]” [...]» (Nino Minoliti, ”La Gazzetta dello Sport” 5/4/2005). «Il cappellino giallo calato sugli occhi e, sopra, il cappuccio della felpa a mo’ di rapper metropolitano. Può capitarti di incontrarlo così, Tom Boonen, nella hall di un albergo, tra una tappa e l’altra della sua vita da zingaro del pedale. I capelli biondi sparati in alto col gel, la barba incolta di uno o due giorni e il sorriso da attore di fotoromanzi che fa sciogliere le ragazzine. Il nuovo profeta del ciclismo belga è un ragazzo alla moda, figlio del suo tempo, amante della techno music e delle serate con gli amici all’Hangaar bar. Allergico al protocollo al punto da presentarsi a una conferenza stampa in tuta da ginnastica e ciabatte. Con l’indole da ”figlio dei fiori” e un carattere eccentrico da personaggio […] In Belgio, dove le classiche sono religione, il fenomeno di Mol è un idolo come da noi lo possono essere Totti o Del Piero, piuttosto che Cunego. Con un corteo di giornalisti e tv sempre al seguito e il peso di attenzioni a volte morbose. nato nella regione di Anversa, la stessa che diede linfa all’arte di Rubens e i natali ai due Rik delle volate, Van Steenbergen e Van Looy. Suo padre Andre ha corso da professionista per sei stagioni, di cui una con i fratelli Planckaert. E Tommy è cresciuto ascoltando le storie di Merckx e Maertens, i suoi primi idoli, e guardando le imprese di Museeuw sul Muro di Grammont e sul pavè della Roubaix. […] ”Avevo 13 anni quando ho cominciato a correre. E Museeuw proprio quella stagione, il 1993, vinceva il suo primo Fiandre. Normale – racconta Boonen, esploso nel 2004 con 20 vittorie, tra cui la Gand Wevelgem e 2 tappe al Tour, compresa quella di Parigi – che sia stato lui il mio idolo (quando ha smesso […] Johan gli ha regalato il rosario che portava sempre con sé; ndr ). Ricordo la prima gara senza licenza a Zolder, nel circuito dove si è disputato il Mondiale. Vinsi allo sprint e ci provai gusto. La mia prima squadra si chiamava Balen, dal nome del paese dove c’è il mio fan club. Sono sempre stato veloce, in più ho dimostrato di poter vincere anche le classiche: una qualità che appartiene a pochi. […]” […] forza della natura (192 cm per 84 kg) […] fu scoperto da Johan Bruyneel, l’uomo ombra di Armstrong. Si rifugia nei suoi amuleti: il simbolo del cuore trafitto che porta sul casco e l’asino spagnolo Camille con cui si diverte quando è a casa. […]» (Luigi Perna, ”La Gazzetta dello Sport” 18/3/2005).