Varie, 18 marzo 2005
SCELLI
SCELLI Maurizio Sulmona 28 febbraio 1961. Politico. Nel 2008 eletto alla Camera col Pdl • Nel 2001 «[...] si candidò per Forza Italia al collegio romano del Gianicolo ma fu battuto dal diessino Walter Tocci. ”Non bastarono le mie quasi trentamila preferenze, ne uscii bastonato ma mi sono rimesso in piedi e mi sono dato da fare”. A partire dal nuovo incarico di commissario straordinario della Croce Rossa, su nomina compensativa di Berlusconi. Da lì in poi la vicenda televisiva e umana di Scelli è nota: la polemica con Emergency di Gino Strada, l’ospedale iracheno presidiato dai carabinieri e le prese di distanza delle Croce rossa internazionale, i canali riservati per la liberazione di Baldoni, poi ucciso, il ruolo da protagonista nelle trattative per i quattro sequestrati e per le due ragazze. La stima di Letta, ogni volta rinnovata, il contrasto col Sismi, la gratitudine di Berlusconi [...]» (Concita De Gregorio, ”la Repubblica” 31/3/2005) • «[…] aveva 16 anni - il ragazzo di Sulmona, Abruzzo, era una promessa del calcio (mezz’ala) e la madre lo portò a Lourdes, dopo un grave incidente. In quell’occasione, Maurizio Scelli scoprì il mondo della fede e dei disabili, e si impegnò nel volontariato. Per dieci anni è stato segretario generale dell’Unitalsi, la più grande associazione del volontariato cattolico (organizza 400.000 persone), e durante questa sua esperienza fu costruito dall’Unitalsi il più grande albergo del mondo per disabili, a Lourdes, con una recettività di 400 posti letto. E 150 disabili Scelli porterà a Rotterdam, a vedere la finale di calcio Italia-Francia, grazie a 300 ragazzi che assistettero e accompagnarono i disabili. questo mondo la sua forza, la sua base. il cardinale Camillo Ruini, presidente della Cei, che invece parlò di lui al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Ma il salto in politica, tentato una prima volta nel 2001, ebbe un esito negativo. In quota Forza Italia, Scelli si ritrovò candidato alla Camera, nel collegio 20 di Roma, nel 2001, battuto dal diessino Walter Tocci (34.755 voti contro 28.457). Sconfitto, gli venne proposta l’avventura della Croce rossa. Che lui ha affrontato di petto, rilanciandone le strutture organizzative e l’immagine un po’ polverosa fino al successo mediatico e sul campo con la liberazione delle due Simone. […]» (Guido Ruotolo, ”La Stampa” 17/3/2005) • «[…] Dopo due anni a capo della Croce rossa, si dà alla politica full time con Forza Italia. […] ha ricevuto da Silvio Berlusconi l’incarico, anzi la ”missione”, di mettere in piedi ”Forza ragazzi” […] Deluso dall’immobilismo del partito, il premier punta su migliaia giovani attivisti da arruolare e mandare a presidiare i 475 collegi uninominali dove si vota per la Camera. E chi meglio dell’uomo la cui abilità organizzativa è stata messa alla prova […] con le migliaia di volontari della Cri? […] Lo spunto, giura chi sa, è venuto al Cavaliere dalla tv. Guardando un reality show israeliano, dove vince un premio chi meglio riesce a propagandare l’immagine del proprio paese, Israele in questo caso. Se dal reality Berlusconi ha avuto l’illuminazione, per la realizzazione si è ispirato direttamente alla struttura della Croce rossa. […]» (Barbara Jerkov, ”la Repubblica” 18/3/2005) • «La Signora di Lourdes si manifestò per la prima volta nella vita di Maurizio Scelli in una notte del 1977. ”Avevo sedici anni. Giocavo a calcio a Sulmona, in Abruzzo, nella squadra della mia città. Ero una promessa, c’erano società di serie A che mi tenevano d’occhio. Ma un giorno presi un calcio violentissimo alla bocca dello stomaco. Trauma al fegato e al pancreas”. La sera, in ospedale, la mamma di Scelli si affidò alla Madonna di Lourdes. ”Mi ripresi, ma non potei più giocare”. La Vergine si rifece viva nell’estate del 1983. ”Mia madre voleva andare a Lourdes, in treno. Mi chiese di accompagnarla: devi ringraziare Colei che ti ha salvato, disse. Rifiutai. Sei giorni tra malati, messe, preghiere… allora la mamma ricorse a un dolce ricatto: se non vieni a Lourdes, niente ferie al mare. Andai, e fu una folgorazione”. [...] ”Berlusconi e Letta li ho conosciuti nel 2000, in casa di amici comuni. Mi proposero una candidatura alla Camera, a Roma. Accettai. Mi pareva inevitabile vincere, con tutto quello che avevo fatto all’Unitalsi, l’Unione volontari trasporto ammalati: non solo pellegrinaggi a Lourdes, ma crociere, viaggi in Terrasanta, week end a Disneyland per i bambini malati. Fui sconfitto da Walter Tocci dei Ds. Rimasi incredulo. Distrutto”. La stima dell’abruzzese Letta non venne meno: commissario alla Croce Rossa. ”Il battesimo del fuoco fu il terremoto del Molise. Lì, tra le macerie della scuola distrutta, capirono che non ero un politico ma un uomo d’azione. Poi, l’11 maggio 2003, arrivai a Bagdad. Appena messo in piedi l’ospedale da campo, vidi morire davanti ai miei occhi tre bambini, a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro. Compresi allora che ero lì perché Qualcuno da lassù mi ci aveva mandato”. [...]» (Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 31/3/2005).