Marcello Veneziani, "Libero" 17/3/2005, pagina 16., 17 marzo 2005
Marcello Veneziani si sfoga coi lettori di "Libero" perché da qualche mese può entrare in casa solo di soppiatto quando la moglie, da cui si sta separando, non c’è: «Già questo, capirete, fa male: vivo tra domicili provvisori, l’auto ridotta per mesi a casa-armadio, il conto in banca saccheggiato perché mi fidavo e cointestavo tutto, case e conti»
Marcello Veneziani si sfoga coi lettori di "Libero" perché da qualche mese può entrare in casa solo di soppiatto quando la moglie, da cui si sta separando, non c’è: «Già questo, capirete, fa male: vivo tra domicili provvisori, l’auto ridotta per mesi a casa-armadio, il conto in banca saccheggiato perché mi fidavo e cointestavo tutto, case e conti». Il cruccio maggiore però glielo procura la sorte che la donna sta destinando ai suoi 15 mila libri: «Da tempo li vedo sparire, a cominciare dai più cari. E ho visto sparire miei appunti, scritti intimi o tracce per libri futuri. Ho ricevuto telefonate in cui mi si annunciavano libri bruciati, strappati, venduti. E bruciati e strappati alcuni libri poi li ho trovati. Molti sono stati cambiati di posto; così non è facile capire se siano andati via o no. Altri sono stati prima nascosti tra i materassi, sotto i divani, per poi farli sparire del tutto». La disperazione lo ha spinto a scrivere sui muri di casa: «Sono spariti i miei libri». «Per tirarmi su ho accolto commosso l’invito di un mecenate a cena nella sua grande biblioteca; per respirare in una sera d’inverno, come esule, l’aria saggia e antica della mia patria inaccessibile e ferita».