17 marzo 2005
Serra Daniela, di anni 37. Romana, una convivenza fallita alle spalle dalla quale erano nati due bambini che il tribunale aveva affidato al papà
Serra Daniela, di anni 37. Romana, una convivenza fallita alle spalle dalla quale erano nati due bambini che il tribunale aveva affidato al papà. Decisa a cominciare una nuova vita, aveva sposato un Marino Massimiliano di anni 38, disoccupato, qualche precedente alle spalle. Entrambi tossicodipendenti, i due alternavano momenti di passione a discussioni furiose, botte e insulti. Durante una delle solite zuffe, lo scorso mese la Serra aveva affondato il coltello del pane sul braccio del consorte, che tuttavia preferì raccontare ai carabinieri d’esserselo affettato da solo. La notte di Santo Stefano si placarono per qualche ora godendo una tranquilla cenetta. Poi, come d’abitudine, presero a litigare urlando sempre più forte finché il Marino non perse la testa e bucò il cuore della donna. Quindi chiamò il 118 dicendo che la moglie era caduta ferendosi sul coccio di un vaso rotto. Confessò solo quando gli agenti trovarono a bollire nel pentolino del latte una lama di coltello. Intorno all’una di lunedì 27 dicembre, all’interno 7 di un edificio in via Madonna dei Canneti, periferia di Cerveteri, Roma.