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 2005  marzo 17 Giovedì calendario

DAgostino Gaetano

• Palermo 3 giugno 1982. Calciatore. Dal 2011/2012 al Siena. Cresciuto nel settore giovanile della Roma, debuttò in serie A il 5 novembre 2000 in Brescia Roma 2-4: unica presenza nella stagione del terzo scudetto giallorosso. Trasferito a Bari nell’operazione che portò Antonio Cassano nella capitale, dopo 2 stagioni in B nel 2003-2004 tornò a Roma: 16 partite e un gol. Nel gennaio 2005 passò al Messina. Lanciato dall’Udinese, nell’estate 2009 fu a un passo dalla Juventus (che alla fine gli preferì Felipe Melo) ma finì alla Fiorentina. Qualche presenza in nazionale • «[…] è nato a Palermo, quartiere Brancaccio. Un giorno, nel gennaio ’94, mentre […] gioca un torneo ad Abano Terme col Palermo, il padre Giuseppe viene arrestato in un ristorante di Milano perché in compagnia di Salvatore Spadaro e anche dei fratelli Graviano, accusati di essere i mandanti dell’omicidio di don Pino Puglisi, il parroco antimafia di Brancaccio. Giuseppe D’Agostino […] si è avvicinato a Cosa Nostra — ha detto durante un interrogatorio nell’ottobre del ’96 — solo per tentare di dare un futuro a suo figlio quale calciatore. Il padre di Gaetano raccontò agli inizi degli anni Novanta ai giudici di Palermo che, grazie ai Graviano, ottenne un contatto con Marcello Dell’Utri, presidente di Publitalia e che ai tempi dirigeva una squadra di calcio a Palermo. Dell’Utri […] si attiva tra il ’93 e il ’94: così il giovane Gaetano affronta due provini da parte dei tecnici del Milan, il primo a Palermo, il secondo a Milano. […]» (Alessio D’Urso, “La Gazzetta dello Sport” 17/3/2005) • «[...] sembrava destinato a indossare la maglia rossonera. Un talento da vendere e in più raccomandato da Marcello Dell’Utri, al quale papà Giuseppe aveva chiesto, tramite i Graviano, di far giocare Gaetano nel Milan. Sembrava già fatta ma, come ricorda Roberto Patrassi, allora dirigente milanista, l’arresto del padre bloccò ogni iniziativa. E così il giovanotto, invece di imbarcarsi per Milano, fu costretto a seguire a Roma il padre divenuto collaboratore di giustizia. Dal rossonero al giallorosso, dal Meazza all’Olimpico. [...]» (Roberto Gugliotta, “L’Espresso” 11/8/2005).