Anna Maria Merlo, ཿil manifesto 19/1/2005, 19 gennaio 2005
Gli statunitensi non si sono mostrati buoni perdenti. Merlo: "Continuano ad accusare Airbus, malgrado la partecipazione dello stato francese abbia dovuto ridimensionarsi, di vivere a spese dei contribuenti (ma glissano sugli aiuti a Boeing da parte del Pentagono)
Gli statunitensi non si sono mostrati buoni perdenti. Merlo: "Continuano ad accusare Airbus, malgrado la partecipazione dello stato francese abbia dovuto ridimensionarsi, di vivere a spese dei contribuenti (ma glissano sugli aiuti a Boeing da parte del Pentagono). Bruxelles e Washington si sono dati tempo fino ad aprile per risolvere questo contenzioso, che non sembra preoccupare oltremodo il costruttore europeo. Addirittura, Eads, la casa madre di Airbus, intende mettere piede non solo, come è già il caso, nel mercato dell’aviazione civile statunitense, ma anche in quello della difesa. La parte militare del costruttore aeronautico europeo è cresciuta del 12,6% nel 2003, con un fatturato di circa 8 miliardi di euro. Eads ha deciso di sfidare Boeing in casa e di sfilare al costruttore Usa una parte delle forniture in aerei di rifornimento per il Pentagono. Per questo ha promesso l’apertura di un nuovo centro tecnico negli Usa, oltre a quello già operativo nel Kansas. E ha fatto intravedere un possibile accordo con un gruppo di difesa statunitense, come Lockheed Martin o Northrop Grumman, in caso di contratto con il Pentagono".