Maria Corbi, La Stampa 16/3/2005, pag. 14., 16 marzo 2005
Secondo una ricerca dell’Università dell’Aquila pubblicata da "Marie Claire", chi ricorre al chirurgo estetico è giovane (36 anni di media), benestante (il 30 per cento si definisce di classe abbiente, il 60 di classe media), colto (30 per centp laurea, 44 per cento maturità) e fa lavori gratificanti (il 50 per cento è un professionista, un imprenditore o un dirigente; le casalinghe sono solo il 10 per cento)
Secondo una ricerca dell’Università dell’Aquila pubblicata da "Marie Claire", chi ricorre al chirurgo estetico è giovane (36 anni di media), benestante (il 30 per cento si definisce di classe abbiente, il 60 di classe media), colto (30 per centp laurea, 44 per cento maturità) e fa lavori gratificanti (il 50 per cento è un professionista, un imprenditore o un dirigente; le casalinghe sono solo il 10 per cento). Lo fa per migliorare la propria vita sociale e lavorativa (90 per cento donne e 90 per cento uomini), ma anche per stare bene con se stessi (80 per cento donne e 82 per cento uomini), per stare bene in compagnia di amici (79 per cento donne e 82 per cento uomini). In percentuale minore (57 per cento donne e 51 per cento uomini) chi entra in camera operatoria per migliorare la propria vita sentimentale. Solo il 28 per cento delle donne e il 35 degli uomini, poi, pensano di risolvere in questo modo i loro problemi sessuali.