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 2005  marzo 16 Mercoledì calendario

Ebbers Bernard

• Nato ad Edmonton (Canada) il 27 agosto 1941. Manager. Ex guru di WolrdCom, poi condannato a 25 anni di prigione. «[...] scavò un buco da 11 miliardi di dollari, record assoluto nella storia dei crac finanziari americani, e [...] fu riconosciuto colpevole di truffa, associazione a delinquere e di un reato che nella lontana America è ancora considerato tale e molto grave: falso in bilancio. [...] Parabola esemplare delle opportunità, delle tentazioni, delle rapide ascese a cadute che il capitalismo americano da sempre offre [...] Ebbers, il canadese che aveva trovato la sua America scendendo fino alla costa del Golfo, nello stato tra i più arretrati e miseri degli Usa, il Mississippi, era un personaggio simpatico, seducente, molto folksy che si era calato, con la criniera di capelli bianchi e il pizzetto, nella parte del gentiluomo del sud, lui che era nato nel grande Nord. A 57 anni, nel 1998, Time Magazine lo aveva battezzato come ”uno degli uomini di maggior successo nel nuovo mondo delle telecomunicazioni e di Internet”. Partendo da una minuscola società di telefonia a Jackson, nel Mississipi, questo ex lattaio e buttafuori di night club che per due volte era stato espulso dalle università prima di strappare una laurea al modesto Mississippi College, dichiarava un reddito personale di 537 milioni di dollari all’anno. Vendendo tessere per chiamate scontatissime, aveva creato la WorldCom a colpi di acquisizioni e raid che ne avevano fatto, cito sempre una rivista autorevole come Time, una società capace di produrre reddito per 37 miliardi di dollari all’anno e di espandersi in ogni continente. ”La WorldCom - conclusero di analisti interpellati dal settimanale più rispettato d’America - è qui per restare, e i suoi titoli sono un investimento intelligente per chiunque”. Nel 1998, i titoli della WorldCom salirono dell’85%. Nel 2002 la società era in bancarotta ed ebbero denunciato, insieme con 103 dirigenti, per ogni reato finanziario contemplato dal codice. [...]» (Vittorio Zucconi, ”la Repubblica” 14/7/2005). «[...] si era ingegnato in mille modi per sopravvivere, lavorando anche come lattaio e buttafuori, prima di entrare nel business delle telecomunicazioni con una piccola società del Mississippi. La sua WorldCom riuscì crescere rapidamente, grazie soprattutto alle attività di trasmissione dati. E attraverso una spericolata operazione Ebbers acquistò la Mci, numero due del settore delle comunicazioni interurbane. Gli affari andavano bene, il valore dei titoli cresceva baldanzosamente, aiutato anche dal clima euforico della ”new economy”. A un certo punto la capitalizzazione di borsa della WoldCom superava i 100 miliardi di dollari. Ma gli investitori non sapevano - e neanche gli analisti di Wall Street, né i dirigenti della Sec - che i conti della multinazionale erano truccati. Nel settembre del 2000, infatti, il direttore finanziario Scott Sullivan mise Ebbers di fronte a una scomoda alternativa: o l’annuncio di risultati ben al di sotto delle aspettative, con il rischio di una brusca flessione delle quotazioni, o la manipolazione delle cifre. Fu scelta la seconda strada, che ritardò, ma non impedì, il tracollo. Ebbers lasciò la guida della WorldCom nell’aprile 2002. In pochi mesi i titoli della società divennero carta straccia, sollevando reazioni furiose da parte di centinaia di migliaia di azionisti. Ebbers era ottimista sull’esito del processo. Anche perché, a differenza di altri procedimenti, mancavano prove reali. I magistrati non avevano trovato né lettere, né documenti, né messaggi compromettenti sulla posta elettronica. La sua tesi? ”Non mi sono mai occupato di ingegneria finanziaria”. Alle improbabili giustificazioni di Ebbers, i magistrati hanno contrapposto le accuse dell’ex-direttore finanziario Sullivan, che ha ammesso le sue responsabilità e poi collaborato con gli inquirenti, raccontando tutti i dettagli del coinvolgimento di Ebbers. La giuria ha dato ragione all’accusa. [...]» (Arturo Zampaglione, ”la Repubblica” 16/3/2005).