Federico Rampini, ཿla Repubblica 28/1/2005; m. pa. ཿla Repubblica 28/1/2005; Giancarlo Radice, ཿCorriere della Sera 28/1/2005; U. T., ཿIl Sole-24 Ore 26/1/2005, 28 gennaio 2005
Le star di Hollywood sono veloci a cavalcare i trend. A Davos si sono esibiti nel ruolo di ”militanti umanitari” Richard Gere, Angelina Jolie, Sharon Stone
Le star di Hollywood sono veloci a cavalcare i trend. A Davos si sono esibiti nel ruolo di ”militanti umanitari” Richard Gere, Angelina Jolie, Sharon Stone. E, soprattutto, Bono: "Questa nostra generazione rischia di essere ricordata solo per Internet, che è una grande cosa ma noi vorremmo che fosse ricordata anche per un’altra cosa: per aver sradicato la povertà". Perché il leader degli U2 è andato a Davos e non a Porto Alegre? "Qui posso fare pressioni su gente che è in grado di prendere decisioni costose: sono riuniti i leader dei gruppi industriali più importanti d’America e d’Europa". Ugo Tramballi: "Gli 81 partner ”strategici” del World Economic Forum potrebbero rivoltare il mondo se volessero; banche, multinazionali, vecchia e nuova economia. Boeing e Coca-Cola, Ibm e Nestlé, Volkswagen, Lukoil e Credit Suisse. Ma l’uomo che fa la differenza è Bono, leader degli U2, il gruppo rock irlandese. Apparentemente un no global per definizione, anche se Jesse Helms, vecchio senatore repubblicano e falco, sostiene che ”sulla sua testa potete vedere l’aureola”. Un disco, un concerto o una dichiarazione di Paul Hewson, nom de guerre Bono, hanno la capacità di mobilitare risorse e giovani contro la povertà mondiale, che Bill Clinton e Tony Blair non possiedono".